(Italiano) Stato di Pace ISLANDA. Che vuol dire che cosa?

ORIGINAL LANGUAGES, 9 May 2016

Johan Galtung – TRANSCEND Media Service

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Cari Membri della Commissione [Parlamentare] per gli Affari Esteri dell’Althing Islandese,

Mi è stato chiesto di venire in Islanda per rispondere a quella domanda; grazie davvero per avermi invitato. E per l’occasione di scusarmi come norvegese per la nostra occupazione dell’Islanda fra il 1262 e il 1386 invece d’inviarvi mediatori per contribuire a sedare la vostra guerra civile. Il nostro secolo abbondante di colonizzazione non diventa migliore se paragonato con la colonizzazione danese di cinque secoli, dal 1386 al 1918; e più a fondo. Ma voi siete ormai voi stessi, con una splendida lingua e letteratura; pur se giusto adesso con un’economia e un assetto comunitario problematici.

Reykjavík ha un’ottima reputazione a livello internazionale come sede dell’incontro di vertice dell’11-12 ottobre 1986 fra le superpotenze della Guerra Fredda. L’incontro del presidente USA Ronald Reagan e del Segretario Generale Sovietico Mikhail Gorbachev a Höfdi non terminò di per sé con un accordo; ma fu l’inizio della fine della guerra fredda tre anni dopo, e come tale scrisse un capitolo della storia mondiale.

Allora perché non capitalizzare su quell’esperienza, facendo un Centro di Mediazione di Reykjavik, politicamente e internazionalmente indipendente, e con l’ubicazione islandese fra est e ovest, USA e Russia? Guardiamo la carta geografica!

A Reykjavík invitare USA e Russia, con Kiev e Donetsk. Magari anche Bruxelles, intesa come NATO e UE. Tema: il conflitto in e attorno all’Ucraina – appunto “ai confini”, fra due nazioni, l’ucraina-cattolica e la russa-ortodossa; con molto odio e violenza.

Molto pericolosa, alcuni parlano di Terza Guerra Mondiale in arrivo. Invitarli sarebbe un segnale di sollecitudine mondiale, che offre una sede per colloqui aperti senza condizioni.  L’Islanda ha poca capacità mediatrice al momento, ma gli islandesi sarebbero presenti e imparerebbero dall’occasione.

Ci s’aggiunga un invito all’ONU di dislocare proprie forze di peacekeeping in Islanda, usando le vaste terre vuote fra Keflavík e Reykjavík per l’addestramento. Il che farebbe della pace anche una fonte di reddito in aggiunta alla pesca e al turismo, sollevando l’Islanda dalla propria economia da Terzo Mondo.

Uno stato di pace che aiuta sé stesso aiutandone altri. Due problemi, tuttavia:

Primo, uno stato di pace non può essere alleato di uno stato reo di oltre 20 milioni di uccisioni in 37 paesi dalla 2^ guerra mondiale, né membro di un’alleanza offensiva. O USA e NATO diventano più difensivi o lo Stato di Pace Islanda deve prenderne le distanze, gradualmente, accortamente; mantenendo buoni rapporti. La sicurezza dell’Islanda sarebbe meglio servita dall’utilizzo di Keflavík per delle forze di peacecekeeping ONU (UNPKF) che per forze USA-NATO, nonché dalla risoluzione di conflitti.

Secondo, volendo alla soluzione di conflitti, cominciate dai vostri. L’Islanda è stata una vittima del conferimento del primato all’economia finanziaria rispetto a quella reale; e il crollo finanziario ha reso responsabili gli Islandesi di attività bancarie da incompetenti e di creditori sprovveduti. Tutto quell’intero sistema dev’essere revisionato, e l’Islanda potrebbe mutare in virtù il proprio vizio ponendo tutta la tematica in agenda per il Centro di Mediazione di Reykjavík.

Non si escluda la possibilità d’invitare a una sessione il Consiglio di Sicurezza e, ancor più importante, l’Assemblea Generale. E dopo qualche anno d’esperienza, un’Agenzia ONU di Trasformazione dei Conflitti?  A parte lo sciagurato incidente in relazione all’invasione USA dell’Iraq nel 2003, l’Islanda non ha aggredito nessuno – a differenza di Norvegia e Danimarca in Libia – e potrebbe facilmente costituire la propria difesa difensiva basata su armi non-provocatorie, non-offensive. Giusto in caso di necessità.

Che cos’è la mediazione? Dialogare on tutti i contendenti, senza escluderne alcuno, ponendo domande come “Com’è l’Ucraina che vi piacerebbe vedere?”, “Qual è stata la cosa peggiore e la migliore successa?” Verificare la legittimità delle risposte (secondo il diritto, i diritti umani, i bisogni basilari), e aiutare a congiungere gli obiettivi legittimi con qualche cambiamento alla realtà locale, come una brillante federazione.

Sia per una pace negativa di riconciliazione dei traumi e risoluzione dei conflitti, eliminando le cause della violenza; sia per una pace positiva fatta di tessitura di rapporti equi a vantaggio reciproco e uguale, e di armonia mediante l’empatia con tutte le parti in causa. Un buon mediatore dev’essere costruttivo, empatico e creativo. Non è facile, ma lo si può imparare.

Potreste aver la sensazione d’inadeguatezza, l’Islanda così piccola e i Grandi – USA-Russia-Cina-Islam-UE – appunto cosi grandi. Ed è proprio il vostro vantaggio comparativo!  Non vi si può sospettare di fare il classico gioco delle grandi potenze per un’egemonia regionale o mondiale. Potete diventare grandi invece con giochi di pace.

Identificate nei Cinque Grandi il buono e il cattivo, magari del genere:

  • USA: uccidono in tutto il mondo; ma sono molto innovativi, con molta libertà;
  • Russia: autoritaria; ma si sta de-imperializzando quasi senza violenza;
  • Cina: centrata su sé stessa; ma olistica-dialettica, in cerca d’armonia;
  • Islam: la sola verità per tutti; ma con solidarietà d’insieme e condivisione;
  • UE: disuguaglianza, solitudine ed egoismo; ma una guerra è molto improbabile.

Poi, provate a collegare il buono di tutti quanti, tenendone a mente, ma non in evidenza, il cattivo. Immaginatevi degli USA che imparino a de-imperializzarsi con grazia dalla Russia e la Russia che impari dagli USA a conferire più libertà alle persone perché usino le proprie capacità innovative! E così via per tutti i membri dell’elenco. Inoltre, immaginatevi che l’Islanda impari dal buono di tutt’e cinque – sì che crescereste, risolvendo i problemi della vostra economia e del vostro assetto comunitario!. Il mondo è così ricco, c’è tanto da imparare – con una mente aperta.

L’Islanda ha una risorsa nascosta, la sua gente, in democrazia diretta, dandole l’ultima parola in referendum su questioni insidiose.  La Svizzera ha l’1 per mille del[la popolazione del] mondo e il 60% dei referendum. S’impari da loro.

Ci sono comunque anche altre forme di democrazia che per dibattito, votazione, e la magia aritmetica del 50%: l’antica democrazia per petizione cinese, quella del dialogo verso un consenso, e la democrazia delle idee. Come?

In Norvegia c’era una città che viveva di pesca dove il pesce non arrivava più. Crisi; gli esperti di Oslo furono inutili. Il sindaco si rivolse ai cittadini: Cari miei, mettete le vostre idee nella buca delle lettere del municipio entro domenica a mezzanotte. Ben presto la città godette del 150% d’occupazione. Fidatevi del demos, la gente, lanciatevi nelle idee migliori, non contate, niente democrazia aritmetica. Chiedete alla gente d’Islanda:

Cari cittadini, mettete le vostre idee migliori riguardo all’economia e all’Islanda come stato di pace nella buca dell’Allthing. Ne sarete ampiamente ricompensati.

E fate dell’Ufficio presidenziale un Ufficio di pace con un presidente che possa servire la pace del vasto mondo. Fondo e vertice: unitevi!

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Titolo originale: Peace State Iceland. Meaning What?TRANSCEND Media Service

Traduzione di Franco Lovisolo per il Centro Studi Sereno Regis

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