(Italiano) Gandhi: ‘La mia vita è il mio messaggio’

ORIGINAL LANGUAGES, 17 Oct 2016

Robert J. Burrowes | Z Net Italy – TRANSCEND Media Service

Robert Burrowes129 settembre 2016 – Mentre la maggior parte del mondo ignora o celebra ipocritamente il centoquarantasettesimo anniversario della nascita di Mohandas Karamchand Gandhi nella Giornata Internazionale della Non Violenza il 2 ottobre, alcuni di noi manifestano silenziosamente gratitudine per la sua vita continuando a costruire il mondo da lui immaginato. Quando gli fu chiesto qual era il suo messaggio per il mondo Gandhi rispose con la frase oggi famosa ‘La mia vita è il mio messaggio’, riflettendo la sua lotta di una vita intera contro la violenza.

La vita di Gandhi fu contrassegnata da molte citazioni memorabili, ma una che è meno nota è questa: “Non puoi mai sapere quali risultati produrranno le tue azioni, ma se non fai nulla non ci saranno risultati”.

Fortunatamente ci sono molte persone impegnate che hanno identificato l’importanza di agire per por fine alla violenza nel nostro mondo – che si verifichi a casa o in strada, in guerre, in conseguenza dello sfruttamento economico o della distruzione ecologica – e tra esse vi sono le persone coraggiose qui di seguito. Queste persone si sono identificate come parte della rete mondiale, che oggi ha membri in 96 paesi, dedicata a por fine alla violenza in tutte le sue forme. Vorrei condividere le loro storie ispiratrici e invitarvi a unirvi a loro.

Christophe Nyambatsi Mutaka è la figura chiave del Groupe Martin Luther King http://preventgbvafrica.org/member/groupe-martin-luther-king-asbl/ che promuove la nonviolenza attiva, i diritti umani e la pace. Il gruppo ha sede a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo (DRC) orientale, nell’Africa Centrale. Lavorano in particolare alla riduzione della violenza sessuale e di altro genere contro le donne.

Pure con sede a Goma, l’Association de Jeunes Visionnaires pour le Developpement du Congo http://www.ajvdc.org/, guidata da Leon Simweragi è un gruppo pacifista giovanile che lavora per la riabilitazione di bambini soldato e per offrire opportunità significative di coinvolgimento sostenibile di giovani in questioni che influiscono sulla loro vita e su quella delle loro comunità.

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Considerata la straordinaria sofferenza nella DRC, che ha subito la perdita di sei milioni di vite e otto milioni di profughi a causa della lunga guerra guidata dalle imprese occidentali per sfruttare la ricchezza mineraria del paese, Christophe, Leon e i loro colleghi sono una testimonianza del fatto che persone impegnate lottano nelle situazioni più avverse.

Tess Burrows, in Gran Bretagna, è un’avventuriera (paracadutista, alpinista, ciclista e maratoneta), attivista pacifista, scrittrice, oratrice, guaritrice e ‘cosa più importante, madre e nonna’. Nelle sue parole: ‘Sono impegnata nel perseguimento della Pace Mondiale e nella guarigione della Terra’. Tess ha scritto molti libri e, se siete in cerca d’ispirazione, vi suggerisco di provare questi: ‘Cry from the Highest Mountain’ [Grido dalla montagna più alta] (che descrive una scalata al punto più lontano dal centro della Terra), ‘Cold Hands, Warm Heart’ [Mani fredde, cuore caldo] (che descrive un attraversamento a piedi del luogo più freddo, più asciutto e più ventoso della Terra: il Polo Sud Geografico), ‘Touch the Sky’ [Toccare il cielo] (che descrive la sua scalata del Kilimangiaro nel cuore dell’Africa, trascinando uno pneumatico che includeva messaggi di pace da ogni nazione della Terra e incarnando il loro desiderio che siano insieme dei trascinatori della promozione della pace) e il suo libro più recente ‘Soft Courage’ [Coraggio tranquillo]. Nemmeno il suo video ‘Climb for Tibet’ [Ascesa al Tibet] https://vimeo.com/10670069 vi annoierà! I fondi raccolti attraverso le vendite dei suoi libri e le donazioni hanno, tra altre cose, costruito sei scuole in Tibet e sostenuto un progetto di una comunità Masai di un progetto di rimboschimento in Africa. Tess raccoglie messaggi di pace dalle persone e li declama da ‘luoghi lontani’. Sinora lo ha fatto dal Polo Nord e dal Polo Sud, dall’Himalaya, dalle Ande, dal Pacifico e dall’Africa. Potete partecipare alla prossima Scalata della Pace in Australasia scrivendo il vostro messaggio personale sul suo sito web http://tessburrows.org/ dove potete anche dare un’occhiata ai suoi libri. Attenzione, però: questo sito vi sfiancherà!

Recentemente, nella Giornata Internazionale della Pace, o Volontari Afgani della Pace e i Ragazzi di Strada Senza Confini di Kabul, guidati dal dottor Teck Young Wee (Hakim) si sono rivolti agli studenti ipovedenti e ciechi del Rayaab (Servizio di Riabilitazione degli Afgani Ciechi). Hanno portato in dono riproduttori MP3 a 50 studenti ipovedenti. Gli studenti useranno gli MP3 per ascoltare lezioni scolastiche e programmi educativi registrati. Il Rayaab è un’organizzazione non governativa gestita da Mahdi Salami e da sua moglie Banafsha che sono anche loro ipovedenti. Se volete vedere foto della giornata e seguire uno straordinario video di tre minuti potete farlo presso “Toccare un Afghanistan Colorato”, http://ourjourneytosmile.com/blog/2016/09/to-touch-a-colourful-afghanistan/.

Kristin Christman, negli Stati Uniti, continua i suoi infaticabili sforzi per rendere il nostro mondo più pacifico cercando di comprendere i fattori più profondi della conflittualità offrendo contemporaneamente passi pratici in avanti. Attualmente lavora a un libro basato sul suo monumentale ‘Taxonomy of Peace: A Comprehensive Classification of the Roots and Escalators of Violence and 650 Solutions for Peace’ [Tassonomia della pace: una classificazione completa delle radici e degli intensificatori della violenza e 350 soluzioni per la pace] https://sites.google.com/site/paradigmforpeace/ . Un recente articolo piuttosto personale offre una visione del suo approccio: ‘Rendere il servizio in guerra una scelta, non un ordine’ http://dissidentvoice.org/2016/05/make-serving-in-war-an-option-not-an-order/ e illustra come la violenza sia ‘incorporata’ nella società.

Ghanaian Gifty A. Korankye ha appena creato un nuovo sito web intitolato “Figlie d’Africa” https://daughtersofafricablog.wordpress.com/. Nello spiegare il perché ella scrive: “Nel corso degli anni ho visto donne passare attraverso sofferenze insopportabili … Le nostre figlie subiscono mutilazioni genitali nella pubertà … L’umiliazione che subiamo quando perdiamo nostro marito, tutto in nome dei costumi e della tradizione”. Decisa a contribuire ad affrontare i problemi che affliggono molte donne africane, vuole dar loro la possibilità di essere ‘una voce utile per le nostre comunità’, condividere le storie di successo di donne africane e afro-americane nell’amministrazione degli affari, nell’industria dell’intrattenimento e altrove al fine di condividere l’apprendimento dai loro percorsi e ‘contribuire a guidare le nostre giovani generazioni’. Invita le donne africane a scrivere per condividere le loro storie e a collaborare per trovare soluzioni. ‘Possiamo farlo, perché siamo figlie d’Africa’.

E dunque per quanto riguarda voi? Pensate che por fine alla violenza umana sia possibile? Anche se credete che non lo sia, credete che valga la pena di tentare? Come osservò Gandhi: “Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente.” Che cosa farete?

Essenzialmente, lavorare per por fine alla violenza umana e per creare un mondo di pace, giustizia e sostenibilità ecologica per tutta la vita sulla Terra potrebbe non essere ciò che vi fa alzare dal letto alla mattina. Ma se lo è o se vi piacerebbe che lo fosse, siete i benvenuti a unirvi a quelli tra noi che si dedicano alla lotta per questo risultato, firmando l’impegno in rete della “Carta dei Popoli per Creare un Mondo Nonviolento” http://thepeoplesnonviolencecharter.wordpress.com .

E se concordate con la convinzione di Gandhi che “la Terra offre quanto basta per soddisfare i bisogni di tutti, ma non l’avidità di tutti”, allora potreste allora potreste prendere in considerazione la partecipazione a “Il progetto dell’albero rosso per salvare la vita sulla Terra” http://tinyurl.com/flametree, pure ispirato da lui.

Abbiamo tutti una scelta. Possiamo farci da parte nella grande lotta per la sopravvivenza in cui l’umanità è oggi impegnata. Oppure possiamo coinvolgerci. Qual è la vostra scelta?

La morale è questa: quale sarà il messaggio della vostra vita?

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Robert J. Burrowes, Ph.D. è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e ha impegnato tutta la vita per capire e porre fine alla violenza umana. Ha fatto ricerche approfondite dal 1966, nel tentativo di capire perché gli esseri umani sono violenti ed è stato un attivista nonviolento dal 1981. E’ autore di Perché la violenza? Il suo indirizzo e-mail è flametree@riseup.net e il suo sito web è http://robertjburrowes.wordpress.com.

Originale: https://zcomm.org/znetarticle/gandhi-my-life-is-my-message/

Traduzione di Giuseppe Volpe.

Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

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