(Italiano) Il sionismo nella sua espressione migliore

ORIGINAL LANGUAGES, 19 Dec 2016

Amira Hass | Haaretz – Zeitun

La terra che Israele ha destinato ai giubilanti coloni si chiama Atir/Umm al Hiran e per 60 anni ha ospitato i membri della tribù beduina di Al-Qi’an.

30 novembre 2016  – I video prodotti dal gruppo di coloni di Hiran mostra molti ebrei festanti, che amano cantare e suonare, raccontare barzellette e divertirsi. Saranno presto ancor più contenti, quando si sposteranno nel luogo della loro comunità defintiva nel nordest del Negev.

La terra che lo stato ha destinato a loro si chiama Atir/Umm al-Hiran e per 60 anni ha ospitato i membri della tribù beduina di Al-Qi’an. In altri termini, le case ed i parchi giochi per i bambini ebrei che verranno costruiti là, ed i parchi che vi verranno piantati, saranno tutti edificati sulle rovine delle case e delle vite di circa 1000 altre persone, che sono anch’esse cittadini israeliani (alcuni dei quali hanno servito nell’esercito, se a qualcuno importa).

Adesso ogni giorno i bulldozer dell’Amministrazione per la Terra di Israele, e/o i suoi subappaltatori, vanno a demolire le case di questi cittadini beduini per fare spazio alla fiorente comunità di giubilanti cittadini ebrei. In una parola, il sionismo.

Non si tratta di un atto di guerra o nemmeno di spirito di vendetta; tutto è stato pianificato attentamente e con calma. Il governo di Ariel Sharon ha preso la decisione, il Consiglio per la Pianificazione e l’Edificazione Nazionale ha approvato e le commissioni per i ricorsi hanno respinto tutte le contestazioni presentate.

Il piano per distruggere le vite dei beduini, per i quali il Negev è stata la casa per centinaia di anni, per favorire e promuovere un gruppo di ebrei raccolti da tutto il paese viene anche approvato e sancito da sei giudici di tre differenti tribunali: Israel Pablo Akselrad della Corte di giustizia di Kyriat Gat; i giudici Sarah Drovat, Rachel Barkai e Ariel Vago della Corte distrettuale di Be’er Sheva e i giudici Elyakim Rubinstein e Neal Hendel della Corte Suprema (il giudice Daphne Barak-Erez si è opposta alla demolizione).

Questi giudici sapevano che la tribù di Al-Qi’an viveva a Umm al-Hiran dal 1956, dopo esservi stata trasferita su ordine del governatore militare. Dopo il 1948 quei pochi beduini che Israele non ha espulso verso Gaza, la Cisgiordania o la Giordania furono obbligati a rimanere in un’area a loro destinata del Negev, che gradualmente è stata ridotta. La tribù di Al-Qi’an è stata costretta ad abbandonare le terre in cui aveva vissuto per parecchie generazioni e su cui è stato costruito il kibbutz Shoval. Dopo anni di nomadismo ed espulsioni, è arrivato il permesso di stabilirsi nell’area di Wadi Yatir. Ciononostante lo stato non ha mai riconosciuto ufficialmente il loro villaggio. Ciò significa 60 anni senza elettricità, senza servizio idrico e senza finanziamenti governativi per l’istruzione, la salute o il welfare. Oltre a questo, tutte le strutture sono definite “illegali”.

La “Nazione delle Startup” (slogan israeliano, ndtr.) vuole trasferirli nel villaggio beduino di Hura. Ecco quindi un’altra mini-lezione di sionismo: gli ebrei israeliani possono decidere da soli dove e come vivere. Gli arabi? Dovrebbero esserci grati perché non li espelliamo; loro vivranno dove e come decidiamo noi.

Il giudice Akselrad ha scritto: “Possiamo dire che l’interesse personale dei ricorrenti riguardo al fatto che i tetti sopra le loro teste non vengano demoliti non ha rilievo in queste circostanze, e in ogni caso non può prevalere rispetto al pubblico interesse di impedire che si costruisca su terreni statali.”

E i giudici di Be’er Sheva: “Una volta stabilito che il permesso concesso ai ricorrenti di usare il terreno è revocabile, il convenuto ha il diritto di richiedere il loro sfratto dal terreno…L’accusa che il convenuto abbia motivazioni nascoste o anche palesi per espellerli dalla terra al fine di stabilirvi una comunità di ebrei….(deve essere dibattuta) in un differente tribunale.”

E che cosa hanno detto i due giudici del tribunale speciale, la Corte Suprema? Si sono nascosti dietro la motivazione procedurale che i residenti avevano presentato in ritardo i loro ricorsi contro la distruzione delle loro case e delle loro vite.

La decisione presa a maggioranza da Rubinstein e Hendel, che consente la demolizione del villaggio, è stata pronunciata nel maggio 2015. Ora i bambini e gli adulti di Umm al-Hiran sanno che da un momento all’altro i bulldozer e i funzionari ebrei che recano ordini ufficiali arriveranno per cacciarli via.

_____________________________________

Traduzione di Cristiana Cavagna

Go to Original – zeitun.info

 

Unisciti alla campagna “BDS – Boicottagio, Disinvestimento, Sanzioni per protestare contro il barbaro assedio di Israele su Gaza, l’illegale occupazione dei territori della nazione palestinese, il trattamento inumano e degradante del popolo palestinese, e i più di 7.000 uomini, donne, anziani e bambini palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.

NON ACQUISTARE PRODOTTI IL CUI CODICE A BARRE INIZIA CON 729 che indica la produzione in Israele.

COMPI LA TUA PARTE! FAI LA DIFFERENZA!

7 2 9: BOICOTTAGGIO PER LA GIUSTIZIA!

Share this article:


DISCLAIMER: The statements, views and opinions expressed in pieces republished here are solely those of the authors and do not necessarily represent those of TMS. In accordance with title 17 U.S.C. section 107, this material is distributed without profit to those who have expressed a prior interest in receiving the included information for research and educational purposes. TMS has no affiliation whatsoever with the originator of this article nor is TMS endorsed or sponsored by the originator. “GO TO ORIGINAL” links are provided as a convenience to our readers and allow for verification of authenticity. However, as originating pages are often updated by their originating host sites, the versions posted may not match the versions our readers view when clicking the “GO TO ORIGINAL” links. This site contains copyrighted material the use of which has not always been specifically authorized by the copyright owner. We are making such material available in our efforts to advance understanding of environmental, political, human rights, economic, democracy, scientific, and social justice issues, etc. We believe this constitutes a ‘fair use’ of any such copyrighted material as provided for in section 107 of the US Copyright Law. In accordance with Title 17 U.S.C. Section 107, the material on this site is distributed without profit to those who have expressed a prior interest in receiving the included information for research and educational purposes. For more information go to: http://www.law.cornell.edu/uscode/17/107.shtml. If you wish to use copyrighted material from this site for purposes of your own that go beyond ‘fair use’, you must obtain permission from the copyright owner.

Comments are closed.