(Italiano) In mezzo all’internet delle cose

ORIGINAL LANGUAGES, 23 Jan 2023

Elena Camino | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

Quali implicazioni nel vivere in ‘smart cities’, immersi nelle onde, in mezzo all’’internet delle cose’?

Pubblicazioni allarmanti?

In mezzo all’internet delle cose – Uno studio di scienziati italiani (Cappucci et al, 2022), pubblicato di recente su una rivista internazionale, documenta gli effetti biologici dell’esposizione a campi elettromagnetici artificiali a radio-frequenza nella trasmissione Wi-Fi.

La ricerca è stata svolta su Drosophila melanogaster (il moscerino della frutta), molto usato negli studi di tossicità, per esempio nell’indagine di farmaci e di sostanze chimiche. I risultati mettono in evidenza effetti di instabilità genetica, neuro degenerazione e insorgenza di tumori dopo esposizione a campi elettromagnetici Wi-Fi a radiofrequenza.

Non si tratta della prima volta in cui vengono pubblicati articoli scientifici che segnalano l’insorgenza di patologie di varia natura in umani e in altri viventi associate alla presenza di onde elettromagnetiche a radiofrequenza. Anzi! È del 2017 la pubblicazione di un APPELLO rivolto all’Unione Europea, firmato da più di 180 tra scienziati e medici, che inizia così:

13 settembre 2017

Noi sottoscritti, più di 180 scienziati e medici provenienti da 37 paesi, proponiamo una moratoria per il roll-out della quinta generazione – la 5G – della telecomunicazione, fino a quando i potenziali pericoli per la salute umana e l’ambiente non saranno stati completamente studiati da scienziati indipendenti dall’industria. La tecnologia 5G aumenterà notevolmente l’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) rispetto alla 2G, 3G, 4G, Wi-Fi, ecc. già esistenti. RF-EMF sono state dimostrate dannose per l’uomo e per l’ambiente. La tecnologia 5G porta a un massiccio aumento dell’esposizione alle radiazioni wireless…

L’Appello fu lanciato in un periodo in cui i progressi tecnologici dell’informatica avevano stimolato progetti di modernizzazione delle telecomunicazioni, con la previsione di utilizzare nuove bande di frequenza delle onde elettromagnetiche (EMF) e moltiplicare significativamente le possibilità di scambio di informazioni digitali. Si ipotizzava l’introduzione di sistemi automatici di connessione senza cavo sia negli uffici pubblici che nelle abitazioni private, con un conseguente aumento dei segnali Wi-Fi nell’ambiente. L’imminente introduzione del sistema di quinta generazione (5G) – molto reclamizzato dai produttori del settore – aveva allarmato una parte del mondo scientifico, che sosteneva la necessità di valutare sperimentalmente gli eventuali rischi connessi a questa tecnologia prima di autorizzarne da diffusione.

L’appello per la moratoria dell’introduzione del sistema 5G – secondo i firmatari – era giustificato dal fatto che con “l’uso sempre più ampio delle tecnologie wireless“, nessuno avrebbe potuto evitare di essere esposto. Oltre all’aumento del numero di trasmettitori a 5G (anche all’interno di abitazioni, negozi e negli ospedali) secondo le stime, “da 10 a 20 miliardi di connessioni” (frigoriferi, lavatrici, telecamere di sorveglianza, autovetture e autobus, ecc. .) avrebbero costituito parti del cosiddetto “Internet of Things”. Per trasmettere questa enorme quantità di dati la tecnologia a 5G, quando completamente in funzione, avrebbe usato onde millimetriche, che si trasmettono poco attraverso i solidi, e avrebbero avuto bisogno di stazioni–base ogni circa 100 metri, riempiendo di onde ogni spazio urbano del mondo. 

Un appello finora inascoltato

In mezzo all’internet delle coseIl sito dell’Appello è stato aggiornato di recente, e riferisce che al 14 gennaio 2023 vi sono depositate 303.666 firme, da 216 aree geografiche tra territori e nazioni.

A settembre 2022 è stato pubblicato, sulla rivista scientifica Rev Environ Health (Nyberg et al.), un lungo articolo che riassume alcune delle tappe principali della vicenda che dal 2017 a oggi ha visto confrontarsi i firmatari dell’Appello e le  Istituzioni  Europee destinatarie dell’Appello.   “Da settembre 2017 l’Appello è stato inviato sei volte all’UE, chiedendo una moratoria all’implementazione del Sistema 5G”. L’articolo riprende gli scambi di lettere tra i firmatari dell’Appello e l’UE, inclusa una lettera in cui si chiede di approvare linee-guida più severe per l’esposizione alle radiazioni in radio-frequenza (RFR) rispetto a quelle attualmente in vigore, che riconoscono come effetti biologici rilevanti solo gli effetti termici delle RFR.

Interessi in conflitto all’interno dell’UE?

Gli Autori dell’articolo citato denunciano esplicitamente la presenza di un conflitto di interessi all’interno dell’UE. Mettono in luce l’esistenza di contraddizioni profonde tra coloro che si occupano di questi temi nelle diverse Commissioni e Uffici UE. Per esempio, in una rassegna del 2021 pubblicata dall’European Parliamentary Research Service’s si propone di incentivare la RIDUZIONE dell’esposizione a RF-EMF, riducendo i limiti consentiti di esposizione e preferendo l’uso di connessioni via cavo.

Viceversa, le conclusioni del Report del Consiglio d’Europa 2020 Shaping Europe’s Digital Future raccomandano alla Commissione UE di INCENTIVARE lo sviluppo delle potenzialità di 5G e 6G, e consigliano di finanziare con adeguate misure i produttori interessati perché possano competere sul mercato.

L’Articolo di rassegna scientifica, tra i cui firmatari compaiono anche gli estensori dell’Appello (Nyberg e Hardell), contiene – fin dal titolo – un atto di accusa molto esplicito, insolito per il mondo accademico: L’Unione Europea  dà priorità all’economia rispetto alla salute nell’introduzione delle tecnologie a radiofrequenza (The European Union prioritises economics over health in the rollout of radiofrequency technologies).

Invitando i lettori e le lettrici a consultare direttamente l’articolo, riporto qui i titoli di alcuni paragrafi, che danno un’idea della varietà e gravità di aspetti problematici sollevati sul tema.

  • Rischi prevedibili introducendo frequenze 5G
  • Gli effetti ambientali richiedono urgente attenzione
  • Sistemi planetari fondamentali vengono sconvolti
  • Un futuro digitale ‘greenwashed’
  • Il consumo di energia wireless aumenterà più di dieci volte
  • Le linee guida non fanno proprie le conoscenze scientifiche
  • Gli organi consultivi sono compromessi
  • Non vengono prese in considerazione evidenze scientifiche importanti
  • Si usano modelli semplici per sistemi complessi
  • I test di sicurezza sono inadeguati
  • L’Unione Europea non ha reagito agli allarmi

Gli Autori  inoltre fanno osservare che una recente Dichiarazione dell’UE sui diritti e sui princìpi digitali, se da un lato stabilisce che l’obiettivo è di porre le persone al centro della transizione digitale, dall’altro pone l’enfasi non sulla salute della gente, ma sui diritti che riguardano l’accesso all’intelligenza artificiale, alla robotica, all’internet delle cose…È evidente che al cuore delle transizione ci sono la tecnologia e i suoi promotori, mentre la salute e il benessere umano sono messi in secondo piano.

Avvertimenti precoci, lezioni tardive?

Nel 2013 l’Environment European Agency (EEA) pubblicò un interessante Report Late Lessons from Early Warnings – in cui gli Autori analizzavano le cause di decisioni improprie (perché non prese, o tardive, o condizionate da interessi) che portarono a conseguenze gravi per la salute umana o ambientale.  Ripercorrere gli eventi consentì di evidenziare che in ciascuno di quei casi erano stati presenti degli indizi preziosi che furono trascurati e che avrebbero potuto mettere in allarme i decisori ed evitare quegli errori. Famosi furono il caso dei danni da amianto, la presenza di piombo nella benzina, gli effetti tossici di un farmaco, ecc.

I casi studio forniscono esempi in cui l’inazione normativa portò a conseguenze costose che non erano state previste. Ci furono anche esempi in cui “allerta precoce”, e persino avvertimenti “forti e tardivi”, furono ignorati. Dove la gravità del pericolo fu sottostimata. Dove azioni normative furono intraprese senza prendere in considerazione le alternative.

Secondo Nyberg e colleghi, sfortunatamente, nel caso degli effetti biologici e sanitari dei campi elettromagnetici, gli scienziati che stanno fornendo gli avvertimenti ai governi osservano purtroppo che la storia si ripete.

Letture

Alice Benessia e Silvio Funtowicz. Ottimizzare, sostituire e sconfiggere. I proiettili d’argento dell’innovazione. In ‘L’innovazione tra utopia e storia’. Codice Edizioni, Torino 2013.   http://alicebenessia.it/wp-content/uploads/2014/08/1-Benessia_Funtowicz_2013-ottimizzare-sostituire-sconfiggere-1.pdf

Bandara P, Carpenter DO. Planetary electromagnetic pollution: it is time to assess its impact. Lancet Planet Health 2018;2: e512–e4. http://www.thelancet.com/journals/lanplh/article/PIIS2542-5196(18)30221-3/fulltext

Cappucci, U.et al. WiFi Related Radiofrequency Electromagnetic Fields Promote Transposable Element Dysregulation and Genomic Instability in Drosophila melanogaster. Cells 2022, 11, 4036.
http://doi.org/10.3390/cells11244036

INTERNATIONAL APPEAL.  Stop 5G on Earth and in Space. http://www.5gspaceappeal.org/the-appeal

Nils Rainer Nyberg, Julie E. McCredden, Steven G. Weller and Lennart Hardell. The European Union prioritises economics over health in the rollout of radiofrequency technologies

http://doi.org/10.1515/reveh-2022-0106
Gee D, Grandjean P, Foss Hansen S, van den Hove S, MacGarvin M, Martin J, et al .editors. Late lessons from early warnings: science, precaution, innovation. Luxembourg: European Environment Agency. Publications Office of the European Union; 2013. Available from: http://www.eea.europa.eu/publications/environmental_issue_report_2001_22

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Ci sarà l’occasione, il 1° febbraio prossimo, di conversare su questo tema con l’Avv.to Stefano Bertone, esperto in Diritto dell’Ambiente:

Campi elettromagnetici Wi-Fi a radiofrequenza: effetti biologici

L’incontro si svolgerà presso il Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, TO) dalle 18 alle 20, Sala Magosso. INGRESSO LIBERO.

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Elena Camino è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e Gruppo ASSEFA Torino.

 

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