(Italiano) ICJ, ICC, Società Civile (Tribunali Popolari): chiarificazione di un tessuto giudiziario

ORIGINAL LANGUAGES, 3 Jun 2024

Richard Falk | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

The International Court of Justice (ICJ), the principal judicial organ of the UN, holds public hearings on the request for the indication of provisional measures submitted by South Africa in the case South Africa v. Israel on 11 and 12 January 2024, at the Peace Palace in The Hague, the seat of the Court. Session held under the presidency of Judge Joan E. Donoghue, President of the Court. The Court’s role is to settle, in accordance with international law, legal disputes submitted to it by States and to give advisory opinions on legal questions referred to it by authorized UN organs and agencies.

Un curioso spettacolo collaterale durante i sette mesi di selvaggia violenza genocida contro la popolazione palestinese intrappolata [a Gaza] di 2,3 milioni stimati è stata l’attenzione prestata al diritto internazionale e alle relative procedure disponibili per la sua interpretazione ed applicazione.

Per cominciare, molti preoccupati al riguardo si chiedono perché ci sia bisogno sia della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) sia della Corte Penale Internazionale (ICC). Inoltre, per i molti non addentro al sofisticato procedimento con cui si attua la giurisdizione internazionale, la distinzione fra questi due tribunali, entrambi con sede all’Aja, è lungi dall’essere trasparente.

La seguente è un’introduzione semplificata ad entrambe le Corti, strumenti indispensabili di un ordine legale internazionale equo e funzionalmente efficace, ma solo in quanto tali istituzioni operino libere da manipolazione geopolitica. Il loro stato di servizio è finora misto.

Corte Internazionale di Giustizia

Tutti gli stati che siano membri dell’ONU sono automaticamente parti dello strumento legale che inquadra l’attività della ICJ. Il rapporto fra ONU e ICJ è esposto nel Capitolo XIV dello Statuto, agli articoli 92-96. Tale strumento è denominato ‘statuto’ espositivo tecnicamente particolareggiato di ruolo, procedura, e ampiezza delle competenze della ICJ.

la principale funzione della ICJ è decidere su dispute legali fra stati sovrani in quanto aspetto integrale della promozione statutaria ONU della ‘composizione pacifica delle dispute’ concepita quale principale strumento di prevenzione bellica (Statuto ONU, Articoli 2(3), 33-38).

Israele ha recentemente obiettato che non ci sia disputa legale col Sudafrica riguardo alla interpretazione della Convenzione sul Genocidio, ma la ICJ ha discordato con voto quasi unanime dei propri diciassette giudici, stabilendo che esistesse una disputa legale fra Sudafrica e Israele in quanto all’applicazione della Convenzione Internazionale sulla Prevenzione e Punizione del Genocidio. L’articolo IX autorizza qualunque parte alla Convenzione di avanzare una disputa legale alla ICJ per la sua risoluzione da parte del tribunale.

La ICJ non ha alcuna giurisdizione verso individui/persone fisiche, essendone l’autorità legale di aggiudicazione limitata agli stati, e manca altresì dell’autorità di agire riguardo a dispute politiche, il che solleva spinose questioni di distinzione fra diritto e politica. Il tema di ‘crimine di stato’ è ambiguo, cioè se l’idea di responsabilità sia ristretta alle azioni di chi agisca per conto dello stato, rendendo non perseguibile lo stato in sé.

La ICJ quale istituzione entro l’orbita ONU non ha capacità proprie di far rispettare le proprie determinazioni.

I suoi giudizi legali sono mere dichiarazioni di diritto a meno che lo Stato perdente vi si conformi volontariamente o il Consiglio di Sicurezza possegga la volontà politica di (far) attuare una decisione ICJ non eseguita dalla parte perdente. Ciò significa che il Consiglio di Sicurezza deve avere sostegno dai propri membri con un voto affermativo o d’astensione di tutt’e cinque i Membri Permanenti che hanno diritto di veto. L’Assemblea Generale possiede l’autorità di raccomandare l’adesione alle decisioni della ICJ o altre misure intese a superarne il mancato rispetto.

L’ICJ ha certi tratti distintivi parecchi fra i quali degni di breve menzione:

  • Ci sono quindici giudici eletti per mandati di nove anni, con robuste credenziali da giuristi da far valere; non sono ammessi due giudici provenienti dallo stesso paese. Nel caso che una parte coinvolta in un’azione legale presso la ICJ non sia un paese rappresentato fra i 15 giudici eletti, è ammesso che possa nominarvi un giudice ad hoc per il caso in questione. In quello in esame, né Sudafrica né Israele vi erano rappresentati e con i due giudici ad hoc il totale dell’organo giudicante risulta pertanto di diciassette.
  • Nel corso della propria storia la ICJ si è fatta la reputazione d’indipendenza giudiziaria e di professionalità ma è stata criticata per eccessivo formalismo e procedure gravose, ciò che spiega i lunghi intervalli di anni fra le date di presentazione dei casi e quelle di emissione dei giudizi. La ICJ non è mai stata finora così direttamente impegnata in una disputa legale d’alto profilo in atto, ma ha finora ricevuto encomi diffusi per come ha trattato con misura e limpido ragionamento il tentativo del Sudafrica di ottenere una normativa che ricusi con saldi criteri legali e ponga fine alla reazione d’Israele all’attacco di Hamas del 7 ottobre [u.s.] concludendo che Israele è effettivamente colpevole di commissione del crimine di genocidio, e ha già avuto l’ingiunzione dalla ICJ di prendere misure adeguate all’emergenza umanitaria che mette a repentaglio le vite dei palestinesi in numerosi modi;
  • I giudici sono eletti dai membri dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza, un cui voto negativo di un Membro Permanente vale tuttavia come voto normale, non come veto;
  • In risposta a formali richieste da singoli organi e agenzie specializzate costitutive del sistema ONU, la ICJ ha pure l’autorità e il dovere in parallelo di fornire cosiddette ‘Opinioni Consultive’ a tali richieste. Come implicito nella terminologia, i reperti legali delle opinioni consultive non sono trattati come vincolanti, e ove le tematiche siano controverse quel/i tal governo/i le cui politiche/pratiche siano state trovate illegali dalla ICJ in tale ruolo consultivo non sono tenuti a cambiare comportamento secondo le direttive. Tal modo di sminuire l’autorità delle opinioni consultive è un esempio di come l’ONU ha bilanciato i diritti sovrani dei propri membri contro l’autorità sovrastante del diritto internazionale;
  • Gli stati hanno l’opzione di sottoscrivere una giurisdizione obbligatoria, che vuol dire che i propri avversari sono così reciprocamente vincolati, possono invocare un obbligo legale di risolvere una disputa legale internazionale sottoponendola alla ICJ. In qualche caso, come nella Convenzione sul Genocidio, il dovere di sottoporre a giudizio eventuali dispute legali se un aderente al trattato lo richiede è scritto nel trattato stesso;
  • La ICJ ha emanato alcune decisioni impopolari e dubbie nel corso della sua storia, come nei cosiddetti Casi dell’Africa del Sud-Ovest nel lontano 1966 dove accolse con un voto con un voto di stretta misura il diritto legale del Sudafrica di governare l’Africa del Sud-Ovest (ora Namibia) con autorità di mandato facendovi valere lo stesso tipo di regime d’apartheid che applicava nel proprio ambito nazionale;
  • I contributi della ICJ allo sviluppo del diritto internazionale mediante le proprie opinioni ben analizzate e fondate, compresi i dissensi e le opinioni separate, è stato almeno altrettanto importante che la sua priorità assegnata di risolvere le dispute legali internazionali.

Corte Penale Internazionale

La ICC è ancora un’istituzione alquanto giovane, istituita non prima del 2002, ossia 57 anni dopo l’istituzione dell’ONU, come progetto che ottenne trazione politica creando una coalizione di governi collaborativi del Sud globale e un gran numero di attori della società civile, ossia ONG.

Per diventare membri della ICC è necessario diventare un aderente allo Statuto di Roma che fornisce la struttura tecnica per le attività del tribunale. Diversamente dalla ICJ, la ICC agisce senza alcun rapporto formale con l’ONU. Tale procedura comporta che gli stati sottopongano lo Statuto di Roma come trattato internazionale a varie procedure costituzionali nazionali che comportano tipicamente la firma di un rappresentante della branca esecutiva del governo seguita da approvazione legislativa, talvolta con maggioranza qualificata.

Al 2023, 124 paesi sono divenuti membri ICC, ivi compresi tutti gli stati europei che hanno sostenuto l’asserzione d’Israele di agire in difesa della propria sicurezza, ma a un grado minore che gli USA.

Diversamente dalla ICJ, la ICC ha giurisdizione solo su individui fisicamente soggetti alla sua autorità. I membri della ICC sono obbligati a cooperare con i suoi ordini formali, ivi compreso l’arresto di persone accusate di crimini internazionali dopo che si sia ottenuta e valutata una lunga  indagine delle prove di criminalità.

Una debolezza della ICC è che i più importanti attori geopolitici, USA, Cina e Russia, hanno scelto di non associarsi per ragioni pragmatiche e ideologiche, in barba alla nozione basilare che il diritto penale internazionale abbia precedenza sulla sovranità sulla sovranità nazionale e le sue istituzioni legali.

Un aspetto controverso dello Statuto di Roma è la sua concessione d’autorità alla ICC per perseguire persone propriamente accusate di presunti crimini sul territorio di stati membri essendo però di nazionalità di stati non-membri. L’Occidente globale, specialmente gli USA e Israele, hanno reso questo tema una sfida all’efficacia e legittimità delle operazioni ICC.

Dopo l’attacco russo all’Ucraina nel 2022 gli USA e (i) membri europei hanno fatto gran pressione per l’arresto di Putin e altri, mentre nel contesto del genocidio da parte d’Israele questi governi hanno denunciato il Procuratore Capo per aver raccomandato l’emissione di mandati d’arresto per i massimi dirigenti israeliani. A questo punto, non c’è definitività poiché la raccomandazione attende un’azione da un comitato di tre giudici ICC che devono decidere se approvare o rigettare. In ogni caso, non c’è prospettiva di effettuare un’azione ICC contro Israele perché solo gli stati membri sono obbligati ad attuare i mandati di cattura qualora venissero emessi.

Cionondimeno, pur a questo stadio preliminare, queste raccomandazioni pertinenti i mandati d’arresto hanno qualche implicazione avversa per le persone e il paese cui sono associati. Gli incriminati potrebbero esitare prima di viaggiare in paesi membri ICC, come Francia e UK, obbligati ad eseguire gli arresti, tanto più se hanno adottato principi di giurisdizione universale come parte del proprio diritto. Dipende da come gli attori politici vengono percepiti nella società civile, il ribaltare le scale di legittimità. Ciò potrebbe avere implicazioni di reputazione per sia i paesi coinvolti sia la ICC.

Si dovrebbe osservare che in passato la ICC è stata criticata per la sua attenzione focalizzata sulle presunte malefatte criminali di capi politici di paesi del Sud globale, specialmente dell’Africa subsahariana. Quando in precedenza la ICC tentò d’indagare prove di crimini da parte d’Israele nella Palestina Occupata e di quelli USA in Afghanistan, ci fu una furiosa reazione a Washington comprensiva della formale adozione di sanzioni contro funzionari della ICC e la ICC stessa. Il mancato progresso, nonostante le abbondanti prove, creò l’impressione che la ICC fosse un’istituzione debole, incapace di professionalità o di adempiere alle aspettative contenute nello Statuto di Roma. Di nuovo ci sono stati appelli per ‘sanzioni’ contro il Procuratore e altri funzionari dell’ICC se avesse luogo la raccomandata emissione dei mandati d’arresto.

Il futuro dell’ICC, e anzi della lotta per estendere la responsabilità penale anche ai più forti attori politici, sarà seriamente influenzato dall’esito a Gaza, e da sé la ICC tratta le attuali pressioni geo-politiche in modi che ne migliorino la reputazione riguardo all’indipendenza politica.

Sempre fin dai processi per crimini di guerra di Norimberga e Tokyo il diritto penale internazionale è stato gravemente compromesso in contesti di guerra/pace dalla sua incapacità di trattare ugualmente gli uguali.  Il fatto incriminante resta che tali processi perseguirono solo i crimini dei perdenti mentre venne accordata l’impunità ai vincitori.

Tale ‘doppiopesismo’ ha corrotto tutti gli sforzi dal 1945 di rafforzare in generale la responsabilità legale per crimini internazionali. E pone la questione se ‘il primato della geopolitica’ in àmbito ONU e altrove nella sicurezza globale al comando sia soggetto ad invalidamento.

Il vertice programmato per il 22-23 settembre p.v. sul futuro dell’OU [Vertice per il Futuro: Soluzioni multilaterali per un domani migliore] dovrebbe gettar luce su tale questione fondamentale, ma può ben darsi che eviti l’argomento in quanto sensibile e fonte d’attrito.

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Richard Falk è membro della Rete TRANSCEND, studioso di relazioni internazionali, professore emerito di diritto internazionale alla Princeton University,autore, co-autore o redattore di 60 libri, e conferenziere e attivista in affair mondiali. Nel 2008, the United Nations Human Rights Council (UNHRC) ha nominato Falk per sei anni United Nations Special Rapporteur su “la situazione dei diritti umani nei territori Palestinesi occupati dal 1967”. Dal 2002 vive a Santa Barbara, California, e insegna al campus locale di Studi Globali e Internazionali dell’University of California, e dal 2005 presiede il consiglio d’amministrazione della Nuclear Age Peace Foundation. I suoi libri più recenti sono: On Nuclear Weapons, Denuclearization, Demilitarization, and Disarmament (2019); ed Public Intellectual-The Life of a Citizen Pilgrim (memoirs-autobiography) (Clarity Press) Feb 2021.

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

Original in English: Clarifying a Judicial Web: ICJ, ICC, Civil Society (Peoples Tribunals) – TRANSCEND Media Service

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