(Italiano) Perché tutta quella violenza oggigiorno?
ORIGINAL LANGUAGES, 19 May 2025
Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service
– Perché tutta quella violenza oggigiorno? La troviamo dappertutto, come uccisioni di massa connesse agli attacchi USA e/o alleati [NATO] a Iraq, Libia, Afghanistan, Somalia, Ucraina, al genocidio israeliano dei palestinesi, in Sudan, Myanmar…– 22 conflitti armati persistenti nel 2025. Ce ne saranno probabilmente ben di più, badando ai potenziali conflitti in germe a livello globale. Per esempio, come conseguenza della guerra tariffaria di Trump contro tutto il mondo [“Mi baciano il culo”] e le minacce di annessione della Zona del Canale di Panama e della Groenlandia.
*ACLED: Conflitti [armati] più pericolosi nel 2024 (considerando il probabile peggioramento nel 2025):
Estremi: Messico, Colombia, Brasile, Nigeria, Camerun, Sudan, Israele/Palestina/ Libano, Myanmar;
Intensi: Nicaragua, Haiti, Venezuela, Mali, Burkina Faso, RD Congo, Sud Sudan, Kenya, Etiopia, Somalia, Yemen, Iraq, Afghanistan, Pakistan, India, Bangla Desh, Filippine, Ucraina/Russia;
Turbolenti: Guatemala, Ecuador, Perù, Ghana, Libia, Niger, Ciad, R.CentrAfricana, Rwanda, Burundi, Mozambico, Sud Africa, Madagascar, Turchia, Iran, Indonesia.
– Politicamente, ciascuna nazione governata non dai propri simili ma da qualche “maggioranza” di dissimili, per quanto condivisiva, distributiva, democratica possa essere; e ce ne sono moltissime, almeno 1.900 – il che produce vittime di violenza e ha un grosso potenziale per molte altre.
– Economicamente, tutte le vittime di un brutale capitalismo, esattamente quello – capital-ismo, trasportarlo in su, dal basso verso l’alto, rendendo il basso più basso e l’alto più alto, sicché da una parte si muore e dall’altra si specula sul sistema mandandolo in crisi. Anche qui, moltissime le vittime, per ora in basso. Ma il sistema è così bacato, e si bada comunque ai salvataggi [degli incauti] anziché a stimolare i sani intraprendenti, che lo si rende sempre più tale fino a rendere molto probabili non correzioni ma effettivi stravolgimenti.
– Militarmente, abbiamo il nuovo ordine militare, il guerreggiare postmoderno fra terrorismo di stato e terrorismo [tout court], con i civili – donne, bambini, vecchi – non come “danni collaterali” bensì come bersagli. E anche qui, sono moltissime tali vittime.
– Culturalmente, il principale scontro di civiltà, l’attacco Cristiano al resto del mondo a partire dal 1492 col rendere l’evangelizzazione parte del pacchetto generale colonial-imperiale inflitto al mondo, sta placandosi. Ma quello scontro produce contro-scontri, comprensibilmente dato quanto sopra.
– Socialmente, la violenza diretta e strutturale contro le donne, abortite, neonate, infanti, da sottoporre a vari traffici, di violenza sessualizzata e sesso violento, da sfruttare come manodopera ovunque entro e fuori il matrimonio; tutto sbrigliato, e da molto tempo. Non sorprende che tante donne abbiano preferito il monastero al matrimonio.
Tuttavia, perché tutta questa violenza proprio adesso?
– Un primo motivo è il facile accesso alle armi. I produttori importanti d’armi sono i detentori del potere di veto all’ONU [Cons. di Sicurezza]. A giudicare dai loro nutriti dossier a proposito di diritti umani – salvo la Francia – nel rapporto 2009 di Amnesty International 2009, sono anche importanti autori di crimini antiumani. Cosa che non passa inosservata, e così il loro diritto di veto rende l’ONU sempre più non solo irrilevante a controproducente, in corso di oblio.
– Un secondo è l’istruzione. L’alfabetizzazione avanza enormemente e una conseguenza è l’accesso all’ informazione che fa sì che la morte per fame o le malattie prevenibili o curabili non appaiano inevitabili bensì il prodotto di economie del tutto inaccettabili. La gente in tutto il mondo legge e tiene d’occhio l’informazione sulle crisi economiche che colpiscono anche i ricchi e trae la propria conclusione: roba artificiale, fatta da uomini, maschi per la precisione; quindi evitabile, altro che legge di natura.
– Un terzo: diritti umani & democrazia. Si fa un gran parlare dell’essere padroni del proprio destino, di decidere in faccende che riguardano sé stessi, quindi la gente e le genti di tutto il mondo vogliono andare oltre la retorica. Che è stata decisiva nella lotta contro un’istituzione gestita da primarie democrazie, il colonialismo: l’incoerenza era troppo lampante. Lo stesso vale per la colonizzazione interna di tutte quelle “minoranze” – perché ciò riguarda potere e diritti, non numeri – in tutto il mondo.
– Un quarto: risveglio neo-religioso. Meno teocratico e dogmatico, più normativo, rende la correttezza religiosa correttezza politica; non esclude valori laici come l’istruzione e una democrazia dei diritti umani, non solo nel mondo cristiano, ma anche nell’islamico e in altri. Chi credeva che non solo Dio ma anche la religione fosse morta sottovalutava le religioni come immani riserve di saggezza umana in quanto a diritti e obblighi, senza surrogati secolari in grado di produrre norme ugualmente convincenti.
– Un quinto: l’emancipazione femminile, che produce un contraccolpo. Come dice Göran Therborn nel suo brillante saggio di storia-sociologia globale Between Sex and Power: Family in the World, 1900-2000, nel 2000 il patriarcato era diventato “il gran perdente del ventesimo secolo”. Una volta fu l’aristocrazia a reagire, come in Europa; poi la classe capitalista reagì, come negli e dagli USA. Non preparati a questo, gli uomini accetteranno la propria abdicazione a mani basse?
Però ci necessita, dobbiamo avere, istruzione, democrazia dei diritti umani, emancipazione femminile! E non possiamo accettare una superstizione quale un mandato divino d’uccidere come creduto da tanti aderenti alle religioni abramitiche, giudaismo-cristianesimo- islam! Certo ma siate consci che queste quattro proposizioni sono rivoluzionarie nelle loro implicazioni. Recano nella propria scia nuovi mazzi di carte e chi detiene le vecchie carte perdenti non la prende di buon grado.
Quando le potenze prime del mondo possono cavarsela impunemente con la propria violenza e relativi mezzi, protette addirittura da un veto, non dobbiamo sorprenderci se molti traggano la conclusione che la violenza non può poi essere così sbagliata. Se ricorrono alla violenza per sostenere i propri privilegi non sorprendiamoci se qualcuno usa violenza per ottenerne. Se esse non hanno neppure il concetto della risoluzione dei conflitti ma considerano gli obiettivi altrui illegittimi nel migliore dei casi e retorici per celare la loro natura maligna nel peggiore, allora come ci procuriamo quello di cui l’umanità ha tanto bisogno, ossia una cultura della risoluzione dei conflitti come parte di una più generale cultura di pace? Ancor più importante che il controllo degli armamenti e l’abolizione del potere di veto. Invece ci ritroviamo con una Corte Penale Internazionale snaturata in una Corte Penale Africana gestita dai peggiori fra i colonizzatori, gli olandesi.
Sì, oggi c’è meno guerra fra stati. Ma molta di più fra classi, nazioni, fedi e generi, aiutata da un sistema statuale evanescente. E subentrano altri sistemi, con le consuetudini di quelli vecchi.
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Originariamente postato il 13 luglio 2009 – #70
Johan Galtung (24 ottobre 1930-17 febbraio 2024), era professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, e è stato il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 170 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.
Original in English: Why That Much Violence These Days? – TRANSCEND Media Service
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
Go to Original – serenoregis.org
Tags: Cultural violence, Direct violence, Genocide, Greenland, Johan Galtung, Nonviolence, Nonviolent Action, Panama Canal, Structural violence, Tariffs, Trump, USA, Violence
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