(Italiano) Antica come le colline (VII)

ORIGINAL LANGUAGES, 29 Dec 2014

Nanni Salio – Centro Studi Sereno Regis

nanni-salio-180x167Pubblichiamo a puntate la prefazione scritta da Nanni Salio al volume di Michael Nagler, Manuale pratico della nonviolenza. Una guida all’azione concreta, pubblicato nel novembre del 2014 dalle Edizioni Gruppo Abele. Il libro è acquistabile in libreria oppure on-line qui.

Parte VII – Movimenti, esperienze, scenari

Le crisi sono sempre interpretabili sia come pericolo sia come opportunità di cambiamento. (25).

Il pericolo si riassume in due minacce globali: armi di distruzione di massa (ABC, nucleari, chimiche batteriologiche, rese ancora più letali dalle applicazioni militari della robotica delle nanotecnologie e dell’informatica) e in una sola parola: collasso! (26)

Ma ciononostante, per la prima volta nella storia, gran parte dell’umanità sta riflettendo sulla situazione e cercando di uscire dal labirinto in cui si è cacciata.

Ovunque nel mondo, decine di migliaia di organizzazioni e movimenti stanno conducendo esperimenti di cambiamento sociale e lavorano per sensibilizzare sia l’opinione pubblica sia le oligarchie al potere, al fine di avviare e accelerare il progetto di “transizione” verso una società planetaria più armonica, autenticamente sostenibile, equa, nonviolenta. (27)

Questo progetto si può riassumere sinteticamente nella “formula della pace” proposta da Johan Galtung:

                 + Pace Positiva                 Equità x Armonia
Pace = ___________________= _________________

                 – Pace Negativa                      Trauma x Conflitto

Al numeratore c’è la pace positiva e al denominatore i fattori chiave della pace negativa (violenza diretta, strutturale e culturale). La pace è quindi proporzionale alla pace positiva e inversamente proporzionale a quella negativa.

Secondo questa formula, Galtung individua quattro compiti fondamentali, ciascuno dei quali difficile ma non impossibile. Tutti richiedono di sviluppre delle capacità attraverso un processo di addestramento e di formazione alla nonviolenza.

Al numeratore:

  1. Costruire equità: è fondamentale costruire forme di cooperazione per realizzare benefici mutui e uguali, o almeno non clamorosamente diseguali e peggiorativi. Nel perseguire grandi e immediati profitti, il capitalismo crea una enorme violenza strutturale.
  2. Costruire armonia: nel senso taoista di condividere la gioia e la sofferenza degli altri. Emozioni che risuonano, simpatia, empatia.

Al denominatore:

  1. Riconciliare i traumi del passato: ripulire il passato, riconoscere gli errori, augurandosi di non ripeterli, dialogo sul perché e il come, costruire un futuro.
  2. Risolvere i conflitti presenti: lavorare per superare le contraddizioni/incompatibilità ma anche sugli atteggiamenti e comportamenti negativi.

Semplificando ancora, i fattori al numeratore richiedono di costruire una “economia nonviolenta”, basata sulla “semplicità volontaria”, secondo gli esperimenti condotti non solo da Gandhi, ma da una miriade di gruppi che in tutto il mondo si stanno orientando verso stili di vita autenticamente sostenibili.

I fattori al denominatore richiedono di acquisire tecniche di trasformazione nonviolenta dei conflitti, dal micro al macro, che facciano leva su empatia, dialogo, nonviolenza, creatività e su un “paradigma medico” di diagnosi, prognosi e terapia sia del passato sia del futuro. E’ importante “non dimenticare”, ma è altrettanto importante “riconciliare” per evitare di ripetere gli errori del passato

Si sta man mano delineando la possibilità di creare un “movimento dei movimenti” capace di operare contemporaneamente sui grandi temi di un futuro scenario positivo: pace, trasformazione nonviolenta dei conflitti, diritti e doveri umani e di genere, giustizia sociale, sostenibilità, sicurezza e sovranità alimentare, diritti degli animali e della natura.

Tuttavia, i movimenti continuano a essere prevalentemente monotematici e frammentati. Per superare l’attuale situazione di dispersione che contribuisce a creare una scarsa capacità di azione, è necessario un lavoro culturale, sia di ricerca sia di formazione che permetta di tradurre concretamente in pratica la formula ricerca/educazione/azione che caratterizza in particolare la rete TRANSCEND. (28)

Una critica a un approccio monotematico sia nei movimenti sia nelle discipline accademiche, utile per attivare nuove strategie, è quella espressa da Johan Galtung.

“Ci sono una varietà di approcci riduzionistici alla pace che illustrano i dilemmi nello sviluppo di un approccio veramente transdisciplinare. Eccone alcuni esempi (29):

“la pace corrisponda a guarire un trauma”

Affrontare traumi individuali è necessario, … ma occorre anche affrontare le cause che generalmente si trovano da qualche parte in un conflitto irrisolto.

la pace è raggiunta attraverso il raccontare la tua storia

Ma le narrazioni del conflitto e dell’ingiustizia passata, quando siano presentate nello spazio pubblico possono riaccendere il conflitto.

La pace è uguale a conciliazione”.

La conciliazione è per la violenza quello che la mediazione è per il conflitto. Entrambe sono indispensabili, ma devono essere seguite da progetti comuni che costruiscano la pace.

La pace è assicurata dalla presenza della democrazia.”

Nei fatti, governo o istituzioni democratiche non sono né necessari né sufficienti per la pace.

La pace equivale al cessate il fuoco.

Mentre l’assenza di violenza è bene in sé, un cessate il fuoco può anche servire al riarmo e al riposizionamento per la fase successiva della guerra.

La pace è sinonimo di lotta per i diritti umani”.

Tuttavia, per come è attualmente interpretata, la protezione locale dei diritti umani non è né necessaria né sufficiente per la pace globale.

la pace si ottiene attraverso la denuncia della violenza”. Il monitoraggio e la descrizione della violenza sono necessari, ma possono anche essere controproducenie alimentando la spirale della violenza.

La pace si ottiene con lo sviluppo economico e sociale” . Se lo sviluppo intensifica semplicemente il desiderio di più ricchezza e risorse materiali, la conseguenza può essere più guerra anziché pace.

La costruzione della pace ha una propria logica e specifici requisiti. Alla fine, non c’è nessun sostituto per l’analisi o la “diagnosi” del conflitto e l’articolazione di proposte specifiche di soluzioni o trasformazioni.

NOTE:

25 Michael Nagler, “Economic Crisis or Nonviolent Opportunity? Gandhi’s Answer to Financial Collapse”, 10/8/2012, http://wagingnonviolence.org/2011/08/economic-crisis-or-nonviolent-opportunity-gandhis-answer-to-financial-collapse/ ; http://www.yesmagazine.org/people-power/fixing-planet-earth-a-not-so-modest-proposal ; Michael Nagler, “Fixing Planet Earth: A Not-So-Modest Proposal”: “solo una rivoluzione nonviolenta, come quella guidata da Gandhi, può affrontare la sfida del cambiamento climatico”.

26 Pierre Thuillier, La grande implosione, Asterios, Trieste 1997; Jared Diamond,: Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Einaudi, Torino 2005; James Howard Kunstler, Collasso, Nuovi Mondi Media, Modena 2005. Per seguire il dibattito in corso, si veda “Effetto Cassandra”, il blog di Ugo Bardi, http://ugobardi.blogspot.it/

27 “Roadmap: from spontaneous protest to unstoppable movement–a comprehensive strategy” http://mettacenter.org/ ; “IOPS –Perchè aderire? Domande e risposte ”http://znetitaly.altervista.org/art/5400

28 La rete TRANSCEND (www.transcend.org) è stata fondata da Johan Galtung nel 1996 per promuovere la trasformazione nonviolenta dei conflitti e mettere in relazione ricercatori, educatori e attivisti. Attualmente è diffusa in oltre 50 stati.

29 Johan Galtung, “Studi per la pace e risoluzione dei conflitti: necessità della transdisciplinarità”, Transcultural Psychiatry, febbraio 2010, http://serenoregis.org/2014/02/14/studi-per-la-pace-e-risoluzione-dei-conflitti-necessita-della-transdisciplinarieta-johan-galtung/ Per altre proposte di visione e di strategia dei movimenti, si veda: “Occupy 2.0: The Great Turning” http://mettacenter.org/blog/occupy-2-0-the-great-turning/ , che contiene anche una road map proposta da Nagler. Di George Lakey si veda invece:“Strategizing For A Living Revolution”, http://www.historyisaweapon.com/defcon1/lakeylivrev.html .

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Prof. Nanni Salio è membro della rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e Direttore del Centro Studi Sereno Regis a Torino.

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