(Italiano) ONU: Due imperi in crollo – e poi?

ORIGINAL LANGUAGES, 16 Aug 2021

Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis - TRANSCEND Media Service

9 Agosto 2021 – Washington: C’è Storia nel voto ONU del 29 novembre 2012: 138 SI’ per dare alla Palestina lo status di “stato osservatore non-membro” ONU, solo 9 NO, e 41 astensioni. Aldilà di politica del Medio Oriente, il voto rispecchia anche i limiti agli imperi USA, globale, e israeliano, regionale: 138 sfidano la loro stretta e favoriscono il cambiamento, 41+9=50 NON – per varie ragioni. Un voto cruciale su un tema cruciale è un test cruciale.  Chi vuole che cosa?

Primo: l’OIC [Organizzazione per la Cooperazione Islamica], musulmana, araba: nessun membro [di 57] che ceda a USA-Israele in barba agli sforzi contro il risveglio arabo. Israele è solo nella regione: Grecia-Turchia-Cipro erano tutti fra i SI’.  Poi: Sahrawi/Sahara Occid. poggiante sul SI’ di Spagna-Marocco, e il Kashmir sul SI’ di India-Pakistan.

Secondo: oltre metà dei non favorevoli erano in Est-Europa (16) e nel Pacifico (10: 9 mini-stati e l’ Australia).  Aggiungendone 7 della LatinAmerica, 5 dell’Africa, 3 dell’Asia (non il Giappone) si giunge a 41.

Terzo: Europa Occid.-NATO divise. I paesi nordici dell’EFTA (European Free Trade Org.) a favore, come anche Austria, Francia e Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, periferia EU indebitata.  Non a favore: UK, Germania, PaesiBassi; 3 mini-stati; i 3 tosti USA-Israele (=USraele)-Canada per il totale di 50 – solo un quarto dei paesi membri ONU.

L’Assemblea Generale è quanto di più prossimo abbiamo a una democrazia mondiale; senza alcun potere di veto come il Consiglio di sicurezza.  Israele ha nessun sostegno regionale e gli USA solo poco, incerto, insignificante sostegno mondiale.  I ricordi dell’impero sovietico – morto da oltre 30 anni – sbiadiscono e i mini-stati sono appunto quello.  L’autorevolezza USA non raggiunge neppure Afghanistan-Iraq-Libia recentemente bombardati-invasi-occupati. Resta il Regno Unito, come un barboncino col padrone.

Leggiamo il voto in termini di un processo di regionalizzazione mondiale: luce verde per l’OIC; un certo elemento politico necessario nelle regioni LatinAmerica-Caribe, Africa e Asia. La luce morale dell’EFTA Nordica è intatta, e il Nuovo Terzo Mondo, i GIPSI, si unisce al vecchio. Germania, bada.

Gli USA sono fuori contatto.  Smettete di agire [di nascosto] coi droni, di uccidere; fate una splendida NordAmerica con Messico e Canada (R.B.Zoelick sul Washington Post del 30.11.2012).

Ma gli imperi crollano anche dall’interno per demoralizzazione. Per demoralizzazione politica: il fattore base è la mancanza di influenza politica mondiale. Ma guardate il processo “rupe fiscale” per i dubbi sul processo politico USA: due partiti, ai ferri corti. Niente perdono dei debiti ipotecari, niente sollevamento creativo del 16% più in basso della popolazione – molti fra i quali non sanno da dove far spuntare il prossimo pasto – in ambito economico, aumentando così la domanda a livello nazionale.

Per demoralizzazione economica: il fattore base è un Occidente battuto in gara. Ci si aggiunga Robert Samuelson con “Perché la ripresa tarda”: la crisi finanziaria e la Grande Recessione spaventarono a morte la maggior parte degli americani – cauti, avversi ai rischi e sulla difensiva – che spendevano meno e risparmiavano di più” (Wash’ton Post 26.11.2012). Greg Smith, Perché ho lasciato Goldman Sachs: una storia di Wall Street definisce buoni affari “commissioni fisse su transazioni trasparenti iscritte in borsa”; non commissioni esorbitanti, accordi segreti, derivati oscuri e bonus e uno status collegato ai crediti lordi apportati dal trader. Non una singola persona incarcerata; ma lobby contro una nuova normativa.   Per demoralizzazione militare: il fattore base è che USA-NATO perdono.

Ma badate allo stile di vita e alle occasioni mondane al vertice dell’esercito USA in Afghanistan, e della CIA ovunque, macchine per uccidere: il generale Petraeus.  Immaginiamone l’effetto su soldati che rischiano la vita per una guerra dubbia e invincibile con gli alti papaveri che cazzeggiano. Vedetevi l’opera di Richard [>>Johann] Strauss del 1874 Die Fl[i]edermaus [Il pipistrello], per la fine dell’impero Austro-ungarico.   Per demoralizzazione culturale: il fattore base è la fede calante nell’eccezionalismo USA, alla guida del mondo come n° 1. Gli USA sono il n° 1 nel pretendere di esserlo sui media mainstream, da parte di figure pubbliche che ignorano che succede nel mondo reale. La verità gli si rivelerà.

Per demoralizzazione sociale: “Il tasso delle nascite USA piomba a l livello più basso dal 1920” (Wash’ton Post 30.11.2012) – “guidato dalle donne immigrate gravemente colpite dalla recessione”.  Questo può comportare un declino della popolazione USA e dell’imposta sul reddito, come in molta parte dell’Occidente. E l’enorme violenza armata.

Sommiamo tutto: la caduta dell’impero USA è in pista.

E riguardo a Israele? Avviato verso una rupe di sua costruzione: suicidio.

Il voto ONU al 65° anniversario della risoluzione ONU 181 sui Due Stati su iniziativa di Folke Bernadotte, poi [1948] assassinato da Israele [Lehi, paramilitari sionisti]. Nakba. Il problema non è il sionismo ma la sua variante revisionista Espansione-0ccupazione-Assedio (E-O-S), che spinge al burrone.  Il voto ONU ha legittimato la Palestina e delegittimato quel tipo d’Israele. Ne seguirà molto nella diplomazia multi- e bi-laterale e a opera di ONG; in barba alle minacce di USraele.

I negoziati diretti non portano da alcuna parte: il processo di Oslo a lasciato “a dopo” la sicurezza, Gerusalemme, i profughi, gli insediamenti (le colonie) israeliani, i confini.

Ma Israele doveva reagire ai razzi! Sì, lasciando perdere l’E-O-S per abbracciare il 2-6-20+: due stati in una comunità di sei stati con i vicini arabi in una Organizzazione di 20+ stati per la Sicurezza e la Cooperazione con zona denuclearizzata. Ma Israele si delegittima scegliendo la violenza, i razzi di Hamas-Hezbollah, le bombe sporche [al fosforo, uranio impoverito/plutonio, …ndt], Cupole di Ferro, Fionda di Davide, enormi rifugi sotterranei da 11 settembre USA. Israele si è sepolto sottoterra in un suicidio-sociocidio.

Israele inoltre reagisce alla nonviolenza – del boicottaggio, della non-cooperazione, della disobbedienza civile – con la violenza, come ha fatto con i battelli che tentavano di rompere l’assedio di Gaza. Delegittimandosi ancor più.

Insieme agli USA mainstream, Israele, anzi USraele appunto, cerca di controllare la narrazione generale bollando tutti i critici come antisemiti, ebrei auto-odiantisi/lesionisti, etc. atteggiamento escluso a priori nelle democrazie. Jimmy Carter, Desmond Tutu, Noam Chomsky, Norman Finkelstein. Richard Falk, per citarne qualcuno così tacciato di recente, sono né anti-ebraici né anti-Israele, bensì usano la trasparenza e il dialogo – gli elementi distintivi di democrazia –costruttivamente. Soffocandoli ci si trova con due élite che ascoltano solo sé stesse.

Percorrendo le strade della delegittimazione, della violenza in risposta alla violenza e alla  non-violenza, del controllo arbitrario del discorso e così via, vicinissimi al burrone, non resta che lo scenario sudafricano. Un giorno o l’altro gli USA decidono che Israele è più un debito che una risorsa.

Israele è fuori contatto.  Ci vuole un cambiamento di regime dall’interno.

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Johan Galtung, professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, è il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 167 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.

Original in English: UN: Two Empires Crumbling–and Then What?TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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