(Italiano) Storia degli interventi nonviolenti nei conflitti

ORIGINAL LANGUAGES, 23 Jan 2017

Angela Dogliotti – Centro Studi Sereno Regis

Dagli Shanti Sena gandhiani ai corpi civili di pace

Premessa

9 gennaio 2017 – Il pacifismo dice NO alla guerra, la nonviolenza cerca alternative alla violenza nei conflitti:

  • Un conflitto può essere un rischio o una opportunità, distruttivo o costruttivo, dipende dal MODO con il quale lo si affronta;
  • Il conflitto è un processo interattivo e interdipendente: il modo in cui agisce una parte influenza la risposta dell’altra;
  • Cuore della nonviolenza è la trasformazione costruttiva dei conflitti attraverso la lotta satyagraha: “Strategia di conduzione dei conflitti tesa a favorire la ricerca cooperativa della verità attraverso metodologie di lotta che incoraggino la comunicazione, la fiducia, il dialogo tra le parti coinvolte nel conflitto”.1

Dunque, per essere sostenibile, un conflitto deve contenere le dinamiche violente, far emergere gli elementi di “verità” presenti in ogni posizione e metterle in dialogo, individuare i fini sovraordinati che le parti possono aver interesse a raggiungere insieme, per innescare processi di cooperazione nel conflitto, anziché di contrapposizione, favorire dinamiche comunicative di decentramento, di ascolto, di empatia e di assertività, sviluppare la creatività per cercare soluzioni condivise, mettere in atto interventi e azioni nonviolente nei conflitti asimmetrici.

Sulla base di questa prospettiva, da Gandhi in poi vi sono stati diversi tentativi e diverse esperienze di intervento nonviolento in conflitti di vario tipo e in diverse parti del mondo.

Quella che segue è una panoramica dei casi più significativi.

Casi storici di intervento nonviolento nei conflitti.

  • La prima esperienza è quella dello Shanti Sena, esercito di Pace, forza di interposizione nonviolenta ideata da Gandhi per gestire i conflitti, anche interni, senza ricorrere alla polizia e all’esercito, ma attraverso volontari formati alla nonviolenza che intervengono con soluzioni creative e costruttive nelle situazioni di tensione. (proposto a Calcutta, 1922 , al Partito del Congresso, 1938; conferenza preparatoria, 1947) Gandhi non riuscì a vederlo realizzato perché fu ucciso pochi mesi dopo (30 gennaio 1948).

Fu invece Khan Abdul Ghaffar Khan, fervido musulmano e carismatico capo dei pashtun del nordovest dell’India britannica, a fondare il primo esercito nonviolento, i Khidmatgars Khudai:

1957, Vinova Bhave e Yayaprakash Narayan realizzano lo Shanti Sena in India, con i seguenti principi:

  • Annuncio pubblico della presenza con dichiarazione di imparzialità sulle questioni oggetto del conflitto
  • Raccolta ampia di informazioni per comprendere le ragioni di tutte le parti e individuare le “forze di pace” presenti nelle parti stesse (le figure-ponte)
  • Incontrare i leaders e invitarli al dialogo; organizzare le figure-ponte in “comitati per la pace”, interposizione nelle zone a rischio e contrasto dei pregiudizi
  • Riconciliazione tra le comunità; metodo delle processioni interreligiose (Calcutta, 1964, Ahmedabad, 1969)
  • Ricostruzione e micro-credito; riparazione del danno tramite donazioni

1961, World Peace Brigade, India

  • Nasce nel 1961, dopo il congresso della W.R.I.che l’ha proposta. E’ sostenuta da Vinoba e Narayan, M.L.King, M.Buber, M.Niemoller, Danilo Dolci, M.Scott, J,Nyerere, K. Kaunda.
  • Interviene in Africa, in Asia (al confine tra Cina e India), a Cipro.

1961, Usa, nascono i Peace Corps (Kennedy), con aspetti positivi e ambiguità.

1968, dopo l’invasione della Cecoslovacchia la WRI attua un’azione a sorpresa in 4 capitali dell’Est (Bucarest, Sofia, Varsavia, Mosca) che apre la strada a rapporti di fiducia tra pacifisti occidentali e gruppi del dissenso e attivisti per i diritti umani dell’Est

1971, Operation Omega, con WRI, IFOR, Peace News, WPB, Action Bangladesh. Il principio dell’ingerenza umanitaria è realizzato dagli attivisti nonviolenti che portano aiuti alla popolazione del Bangladesh in lotta per l’indipendenza dal Pakistan: i governi non hanno il diritto di impedire la fornitura di soccorsi alle popolazioni che ne hanno bisogno. Proclamazione della Repubblica del Bangladesh in seguito all’intervento dell’India (separazione dal Pakistan)

1981, nascita delle Peace Brigades International in Canada: si pongono come testimoni della comunità internazionale ed operano come terza parte per garantire spazi di agibilità e protezione a chi è minacciato. Praticano la nonviolenza come metodo.

1983 – Viene fondato in USA Witness for Peace, per deninciare le violenze dei Contras in Nicaragua

1988 – in Israele 7 donne israeliane a Gerusalemme ovest ogni venerdì manifestano, in silenzio e vestite di nero, contro l’occupazione dei territori palestinesi: nascono così le , Donne in nero, organizzazione femminista nonviolenta che si diffonderà in tutto il mondo

1988 Pastors for Peace, organizzazione Interreligiosa ideata e costituita da persone di colore per rispondere con la nonviolente alla “guerra a bassa intensità” in America Centrale.

1990, Mediazione della Comunità di S.Egidio in Mozambico

(in seguito in Algeria, 1995; in Guatemala, 1996; Albania, 1997; Kosovo, 1998…)

1990 The Gulf Peace Team si propone di ostacolare l’inizio della prima guerra del Golfo con l’ interposizione fisica di un gruppo di pacifisti internazionali, Volontari di pace in M.O. Campo a Baghdad e proposta di mediazione (Lega per il disarmo unilaterale; A.L’Abate).

1991 Nasce Un ponte per…: lavora per costruire ponti, relazioni e legami tra civiltà e parti in conflitto. Nel 2004 crea un Osservatorio a Baghdad e nel 2006 una Rete che organizza le “settimane irachene della nonviolenza”.

1992, il monaco buddhista Maha Ghosananda promuove il primo pellegrinaggio della verità (Dammayetra) nella Cambogia post-comunista, sull’esempio del buddhismo impegnato di Thich Nhat Hanh. Da allora sono stati percorsi migliaia di km per diffondere processi di pace e riconciliazione nel sud est asiatico.

1992, Marcia dei Cinquecento a Sarajevo (Beati i costruttori di pace), per “rompere l’assedio, esercitando la diplomazia dei popoli”, con due vescovi, Luigi Bettazzi e Tonino Bello, già presidenti di Pax Christi.

1992, nasce Operazione Colomba (Comunità Papa Giovanni XXIII): nonviolenza, equivicinanza, condivisione della vita, protezione dei civili, promozione del dialogo e della riconciliazione in zone di conflitto. Interventi nei Balcani, in Sierra Leone, a Timor Est, in Chiapas, Cecenia, Rep. Dem. Del Congo, Gaza, Nord Uganda.

1993: lutti, difficoltà, nuove opzioni di presenza permanente nei Balcani

  • A maggio sulla strada per Sarajevo muoiono tre volontari che portano aiuti e documenti: Sergio Lana, Guido Puletti, Fabio Moreni;
  • Ad agosto diverse associazioni organizzano insieme ai Beati, Mir Sada (Pace Ora), con difficoltà di gestione ed esiti problematici;
  • Beati i costruttori di pace promuovono “Si vive una sola pace”. Una presenza permanente a Sarajevo per attivare servizi per la popolazione;
  • Tra i volontari c’è Moreno Locatelli, che il 3 ottobre è ucciso da un cecchino mentre manifesta sul Ponte dei salici a Sarajevo, insieme ad altri 4 compagni.

1994: nuove iniziative dal basso e istituzionali

  • Nuova marcia “In cammino per la pace” a Sarajevo, con incontri interreligiosi per “mobilitarsi contro le fabbriche e i traffici d’armi e le strutture armate nazionali ovunque nel mondo”. Dopo gli accordi di Dayton del 1995 l’OSCE chiede ai Beati una presenza in 10 città della Bosnia : nel 1996 sono presenti con “La pace vive di democrazia
  • Nasce il Balkan Peace Team con 11 organizzazioni internazionali e di diversi paesi, per sostenere l’attività dei gruppi locali nella promozione del peacebuilding
  • L’Assemblea generale dell’ONU approva la risoluzione 49/139/B per l’istituzione di un corpo di volontari civili detti Caschi Bianchi da impiegare a supporto dell’ONU nelle emergenze internazionali

A seguito delle guerre in ex-Jugoslavia, nel 1995, l’europarlamentare Alex Langer, insieme ad Ernst Gulcher, propone l’istituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo.

A seguito della proposta di Alex Langer, il Parlamento Europeo approva una risoluzione seguita nel 1999 da una raccomandazione ad hoc alla Commissione sull’istituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo.

Dal 1995 al 1997 Alberto e Anna Luisa L’Abate nell’ambito della Campagna Kossovo aprono una Ambasciata di Pace a Pristina

1999 – L’OSCE dà vita a gruppi di intervento rapido (REACT), con civili esperti nella risoluzione di conflitti

2000 – European Network for Civil Peace Services riunisce diverse organizzazioni attive nella trasformazione nonviolenta dei conflitti e si propone di dare forma e contenuto al progetto di Corpo Civile di Pace Europeo (ECPC)

2001 – Anch’io a Bukavu (Beati i costruttori di pace, Operazione Colomba, Chiama l’Africa), con i seguenti obiettivi:

  • “…rivendicare come società civile, con una azione nonviolenta, il diritto di essere attori di pace…
  • Fare verità su noi stessi e sul nostro modello di sviluppo che condanna i poveri ad essere sempre più poveri
  • Contestare una globalizzazione economica fatta a partire dal Nord del pianeta e rivendicare la globalizzazione dei diritti a partire dal Sud
  • Dire no al mercato delle armi e al mantenimento del debito estero che strangola i poveri
  • Fare pressione sulle istituzioni nazionali ed internazionali…
  • Implorare il dono della riconciliazione e della pace…”

2002 – Grassroots International Protection for Palestinian People: interventi civili in Palestina.

Anche diverse organizzazioni italiane negli anni successivi attivano presenze nell’area (Operazione Colomba, Pax Christi, con la Campagna Ponti, non muri…)

2002 – nasce in India Nonviolence Peaceforce

E’ forse la più stabile e concreta realizzazione di un Corpo Civile di Pace nonviolento, indipendente, internazionale, fondata da Mel Duncan e David Hartsough, attivisti con lunga esperienza di lotte nonviolente; è sostenuta da 7 Premi Nobel

Manda peaceworkers in zone di conflitto e interviene in modo professionale in vari conflitti (Sri Lanka, Guatemala, Filippine, Sud Sudan, Sud Caucaso…)

Su richiesta ONU tengono trainings di peacekeeping civile presso la sede ONU di New York

Principi:

  • Empowerment (capacitazione)
  • Confidence building (costruzione fiducia)
  • Mediation (mediazione)
  • Conflict trasformation (trasformazione cfl)
  • Non partigianeria
  • Giusta distanza/equivicinanza
  • Intervento su richiesta

Noi possiamo solo contribuire a creare lo spazio dove le persone e i gruppi locali possano svolgere il loro lavoro per la pace e restare vivi” (Mel Duncan)

2003 – L’Unione Europea organizza missioni civili all’estero attraverso l’European Peacebuilding Partnership (PBP)

2003 in un’azione di interposizione muore Rachel Corrie, travolta da un bulldozer a Gaza

2005 rapimento in Iraq di 4 operatori del Christian Peacemaker Team, nato nel 1988 come progetto delle Chiese per la pace (mennoniti, quaccheri, battisti e altri cristiani impegnati nella nonviolenza). Tom Fox è ucciso.

Manifestazione di donne palestinesi e israeliane contro l’assedio di Gaza nel 2008 (www.coalitionofwomen.org)

Dal 2010 Servizio Civile Internazionale, Un ponte per, IPRI-Rete CCP, Assopace Palestina, cui si è aggiunto il CSSR… sono presenti in Palestina in un progetto di interposizione a protezione dei contadini palestinesi per la raccolta delle olive)

Verso il riconoscimento dei Corpi civili di pace in Italia:

  • la sentenza della Corte Costituzionale164/1985 riconosce il Servizio civile come altra forma di difesa della patria.
  • Legge 230/1998: riforma dell’odc; prevede l’istituzione di una difesa non armata e nonviolenta
  • Legge 64/2001istituisce il Servizio Civile Volontario per la difesa della Patria con mezzi non militari; prevede il S.C. anche all’estero
  • 2007 Riflessioni preliminari a progetto di fattibilità per CCP (Papisca-Sentinelli, viceministro governo Prodi)
  • Legge 27/12/2013, n.147 sulla sperimentazione dei ccp
  • Decreto interministeriale del 7/5/2015 (G.U. 115 del 20/5/2015) per progetti pilota di un futuro ccp italiano
  • 2015 Campagna Un’altra difesa è possibile: Legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta

Proposta di legge: MARCON ed altri: “Istituzione del Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta presso la Presidenza del Consiglio dei ministri” (3484)

Presentata il 10 dicembre 2015.

Assegnato alle Commissioni riunite I Affari Costituzionali e IV Difesa in sede Referente l’8 febbraio 2016

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Angela Dogliotti, Bologna 30-31 dicembre 2016. Intervento al Convegno “Nonviolenza unica arma che genera pace”

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In conclusione:

Bertha von Suttner risponde alla domanda : cosa fanno i pacifisti?

..i loro sforzi vanno nel senso di dare un altro fondamento all’intero sistema di rapporti tra i popoli. Il mondo civilizzato ha bisogno di un edificio più sicuro contro gli incendi. Ma finché esso persevera nel fare tetti di paglia e nel versare, per di più, petrolio sugli impianti di legno, esso sarà per forza preda delle fiamme: quando poi le fiamme guizzano, è troppo tardi…” (Giù le armi, raccolta di scritti, 1989, pag. 79)

NOTA­:

1 G.Pontara, L’antibarbarie, EGA, Torino, 2006, pag. 204

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Angela Dogliotti Marasso è membro della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e direttrice del Centro Studi Sereno Regis a Torino.

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