(Italian) Brindisi. Una bomba contro la cultura nonviolenta

ORIGINAL LANGUAGES, 21 May 2012

Silvia Berruto – TRANSCEND Media Service

Bomba a Brindisi
Contro studentesse, contro la scuola e contro la cultura delle libertà nonviolente

Italia
Brindisi
Sabato 19 maggio 2012
ore 7,45

Un attentato, con una bomba artigianale che esplode davanti al cancello dell’istituto professionale Francesca Morvillo Falcone, stronca la giovane vita di Melissa Bassi, 16 anni.
Altre cinque sono le ragazze ferite.

Il popolo, resistente, dei persuasi e degli amici della nonviolenza, è ferito ancora una volta.
Da un attentato, si dice, senza precedenti in Italia per le modalità di esecuzione.
Due le persone fermate e interrogate nella notte.
Due gli inquirenti in contrasto.
Ma questo attiene al loro lavoro e a nessuno, neppure ad un giornalista, compete esprimere pareri e/o giudizi di merito in questo momento.
La matrice della bomba, i dettagli tecnici, le dinamiche, gli obiettivi di questa bomba lasciano l’appropriato protagonismo ad un popolo che dice no e che scende immediatamente in ogni piazza per testimoniare il suo dissenso e il suo fermo NO alla violenza.
Nel pomeriggio di ieri (sabato 19 maggio) nelle strade di Brindisi avrebbe dovuto passare la carovana della legalità con Don Ciotti e l’Associazione Libera.
La città si è riunita in piazza, invece, per reagire e per dire no alla violenza.
Numerosi sono stati gli appuntamenti-manifestazione in tutta Italia ieri dove si è IMMEDIATAMENTE reagito con decisione.
A Palermo dalle 16 all’albero Falcone. Alle 20 presidio alla scuola Falcone al quartiere Zen.
A Verona sit-in in Piazza dei Signori partecipa il Prefetto della città.
A Firenze alle 20 davanti alla Biblioteca Nazionale.
A Pavia alle 17,30 in Piazza della Vittoria.
A Catania davanti alla Prefettura.
A Genova alle 19,30 a Piazza De Ferrari
A Brescia alle 19 in Piazza della Loggia.

Mentre scrivo, le ragioni, soprattutto le più tranquillizzanti, sembrerebbero voler essere riconducibili al gesto isolato di una persona, nel senso latino del termine. Una maschera che nasconde un’umanità perduta, una ex umanità.
Ma nessuna pista è esclusa.
A più di 36 ore dall’esplosione.

La SCUOLA – come la piazza e come la biblioteca – lo sostengo ormai da anni   anche, e soprattutto, attraverso il mio progetto culturale “Collettivamente memoria” – azione e impegno insieme – sono alcuni dei luoghi di responsabilità e di proprietà collettivi.
Unificanti e assolutamente includenti TUTTI.

Anche se si trattasse del gesto isolato e non di una strategia terroristica organizzata, se l’attentato fosse di matrice mafiosa e/o politica, rimarrebbe comunque la nostra opinione condivisa.
Segnalo la posizione di Rita Borsellino che sostiene che “La scuola venga colpita perché è proprio nelle scuole che si cerca di creare una società migliore. Le scuole in questi venti anni hanno fatto un lavoro straordinario. Continuativo fra l’altro. E hanno fatto maturare generazione di giovani, generazioni di studenti …
La scuola è stato il primo presidio di legalità ma anche il primo presidio per creare generazioni più mature e consapevoli.”
Uno strumento istituzionale che funziona e che sta creando mutamento e CAMBIAMENTI nella società.

Don Luigi Ciotti fondatore di LIBERA, Associazione contro le mafie sottolinea che “E’ la prima volta che avviene un attacco voluto e scientificamente preparato alla scuola, alla società civile.
Ciotti sollecita tutti ad essere vicini ai familiari, ai ragazzi, alla scuola.
“Ma anche una risposta corale ” e la responsabilità che abbiamo da condividere tutti.

Manlio Milani sottolinea, sgomento, in una conversazione privata, come la bomba starebbe a significare l’imperativo categorico del dover accettare lo status quo agito attraverso la strategia della paura.
“Una sorta di terrorismo puro atto ad incutere paura.”

Un déja vu.

Ieri sera alle 19.00 ero in Piazza Loggia a Brescia c’ero anch’io.
In un contesto di spazio-tempo in cui il mercato del sabato mattina è stato soppiantato, meglio dire, con un’immagine, annegato, da un numero imprecisato di stand etnici enogastronomici allestiti in tutta la piazza.
Eravamo alcune centinaia, stretti e compressi sotto La Loggia tanto che nessuno di noi è stato in grado di contarci con precisione.
500 o un migliaio. Non di più.
Ma che importanza ha questo se la verità e la libertà si mischiano all’odore delle grigliate degustate da una maggioranza, vicina eppur distante, che inghiotte la propria delega e rinuncia ad un responsabile e diretto protagonismo collettivo.
Un giorno, fra quaranta anni, un piccolo o un giovane o un mio pari, tra i presenti di ieri sera, libanti, diranno che “non sapevano”.
Oggi, come ieri, come in un improbabile futuro, la morte, la vita, la libertà e le varianti della sua negazione, sono compresenti e hanno l’odore misto e acido di  würstel e birra.

Questo ho “sentito” ieri nella mia città natale, che ormai troppo spesso non ritrovo, la stessa che pure ha saputo e sa esprimere molto di più che una compulsione inarrestabile al consumo e al consumismo.

Compresente è pur nella nostra storia collettiva quel senso di grande pìetas insita nel gesto incommensurabile e umile di Luigi Ciotti che “si inchina” dinnanzi al padre della ragazza morta, oggi.
Nella com-passione che non ha bisogno di parole.

Con rispetto e con fatica,

silvia berruto

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One Response to “(Italian) Brindisi. Una bomba contro la cultura nonviolenta”

  1. Eleonora Masini says:

    Grazie,Silvia, hai ragione siamo tutti con Don Ciotti e tutti gli altri. Mi dispiace che hai sofferto nella tua città. Ricorda le voci per Melissa sono state tante e molte dei giovani in tutta Italia.La tua città imparerà con persone come te
    Eleonora