(Italiano) La minaccia di una carestia diffusa entro metà secolo

ORIGINAL LANGUAGES, 3 Jan 2022

John Scales Avery, Ph.D. | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

La minaccia di una carestia globale su larga scala entro la metà del 21° secolo

La minaccia di una carestia

Foto di janeb13 da Pixabay

23 Dicembre 2021 – A meno che vengano fatti sforzi per stabilizzare e infine ridurre la popolazione globale, c’è una grave minaccia che il cambiamento climatico, la crescita demografica e la fine dell’era dei combustibili fossili possano combinarsi nel produrre una carestia di casta scala per la metà del secolo in corso.

Con la fusione dei ghiacciai nell’Himalaya e nelle Ande che priva India, Cina e SudAmerica di riserve idriche estive; e con l’aumento del livello marino, che affoga fertili regioni risifere del Sudest-Asia; con le siccità che riducono la produzione alimentare in NordAmerica e SudEuropa; con il calo dei livelli dell’acqua di falda in Cina, India, Medio Oriente e Stati Uniti; e con l’impossibilità crescente di una moderna agricoltura ad alta resa per mancanza di fertilizzanti di sintesi (da olio e gas fossili), gli 800 milioni di persone attualmente denutrite rischiano addirittura di non sopravvivere.

Input energetici nell’agricoltura

L’ agricoltura moderna si è resa molto dipendente dai combustibili fossili, specialmente petrolio e gas naturale. Ciò è specialmente vero per la produzione di varietà cereali ad alta resa introdotte nella Rivoluzione Verde, ampiamente dipendenti dall’apporto di molti fertilizzanti e pesticidi e molta irrigazione. Oggi i fertilizzanti vengono prodotti da petrolio e gas naturale, i pesticidi sintetizzati da derivati del petrolio, e l’irrigazione è attuata con energia da combustibili fossili. Così l’agricoltura nei paesi sviluppati è divenuta un procedimento in cui si convertono apporti d’energia fossile in calorie alimentari.

Predizioni di siccità nella rassegna Stern

Secondo un rapporto presentato all’Oxford Institute of Economic Policy da sir Nicholas Stern, le aree minacciate di perdere fino al 30% della propria quantità di pioggia entro gli anni 2050 a causa del cambiamento climatico riguardano molta parte di USA, Brasile, bacino Mediterraneo, Est-Russia e Bielorussia, Medio Oriente, Sud-Africa e Sud-Australia. Si prevede invece una maggior caduta di pioggia fino al 30% in Centr-Africa, Pakistan, India, Bangladesh, Siberia, e molta parte della Cina.

Stern e il suo Gruppo di lavoro fanno notare che:

“Possiamo … aspettarci mutamenti nel monsone indiano, che potrebbe avere un enorme impatto sulla vita di centinaia di milioni di persone in India, Pakistan e Bangladesh. Gran parte dei modelli climatici suppongono che il monsone cambierà, benché sia ancora incerto esattamente come. Comunque, anche piccole variazioni nel monsone potrebbero avere un grosso impatto. Oggi si sa che una fluttuazione in ambo i sensi di appena 10% sulla media delle precipitazioni monsoniche causa o gravi alluvioni o siccità. Un monsone estivo debole, ad esempio, può portare a raccolti scarsi e carenze alimentari nella popolazione rurale – i due terzi dei quasi 1.100 milioni di aitanti dell’India. Anche rovesci monsonici più abbondanti del consueto possono avere conseguenze devastanti …”

In alcune regioni la fusione dei ghiacciai può essere grave per quanto riguarda le scorte idriche per la stagione secca. Per esempio, attualmente le acque di fusione dei ghiacciai del Hindu Kush e dell’Himalaya forniscono molta della riserva idrica asiatica per la stagione secca, in Cina e India. La fusione completa di questi sistemi glaciali causerebbe un efflusso esagerato per decenni. Dopodiché si avrebbe un inaridimento di alcune fra le regioni più densamente popolate al mondo.

Cambiamenti delle correnti oceaniche e il venir meno dei monsoni

Ci si aspetta che il cambiamento climatico influenzi le correnti oceaniche, e di conseguenza anche la piovosità monsonica. Stiamo già provando una diversione della Corrente del Golfo dovuta a correnti dirette verso sud di acqua fredda da fusione di ghiacci artici. Ciò ha causato quella nota come l’Anomalia NordAtlantica. Mentre gran parte delle regioni al mondo stanno provando temperature in aumento, il NordAtlantico e parecchi paesi nord-europei fanno eccezione essendosi raffreddati. Un completo venir meno della Corrente del Golfo indurrebbe temperature ben più basse in Europa.

Cambiamenti nelle correnti oceaniche hanno già causato il venir meno del Monsone WestAfricano, il che ha già prodotto una grave insicurezza alimentare in Africa occidentale.

In futuro variazioni climatiche di correnti oceaniche possono provocare lo scemare dei monsoni in Sudest-Asia; danneggiando così la riserva alimentare di quasi due miliardi di persone.

Calo delle falde freatiche in tutto il mondo

Sotto molte aree desertiche del mondo sono sepolte falde formatesi durante i periodi glaciali quando il clima locale era molto più umido; fra queste il Medio Oriente e vaste porzioni d’Africa. Da queste antiche riserve idriche si può attingere acqua con pozzi profondi e pompaggio, ma solo per un periodo limitato di tempo.

Nell’Arabia Saudita ricca di petrolio, parte di esso è devoluta all’escavazione di pozzi per estrarne acqua fossile, usata perlopiù per irrigare campi di frumento, a un punto tale che il paese ne esporta. Esportando, effettivamente, il suo antico patrimonio di acqua, una politiche di cui potrebbe col tempo pentirsi. Un analogo miope progetto è l’enorme acquedotto di Mwammar Gheddafi per portare acqua da [lontane] antiche riserve sotterranee nel Fezzan alle città costiere.

Negli Stati Uniti si sta sovrasfruttando il grande aquifero di Ogallala, un enorme strato di sabbia e ghiaia sature d’acqua, spesso in media circa 70 metri, sottostante a parti di nord-Texas, Oklahoma, New Mexico, Kansas, Colorado, Nebraska, Wyoming e Sud-Dakota. Il tasso di emunzione è otto volte maggiore di quello di ricarica.

Sicché possiamo constatare che in molte regioni la popolazione attuale del pianeta campa sull’ acqua ereditata, anziché su quella prodotta; il che, insieme al rapido aumento demografico e al cambiamento climatico, può contribuire a una gravissima crisi alimentare per parte del 21° secolo.

Limitazioni alle terre coltivabili

Nel 1944 il fitogenetista norvegese-americano Norman Borlaug fu inviato in Messico dalla Fondazione Rockefeller per tentare di produrre nuove varietà di frumento che potessero aumentarne la produzione agricola nazionale. Il lavoro specifico di Borlaug per questo progetto ebbe una riuscita spettacolare; vi dedicò 16 anni, e il suo gruppo fece 6.000 ibridazioni individuali di varietà di frumento per produrne ceppi ad alta resa e resistenza alle malattie.

Nel 1963, Borlaug visitò l’India, portando con sé 100 kg di sementi di ciascun suo ceppo di frumento più promettente. Dopo aver provato quei ceppi in Asia, importò 450 tonnellate delle varietà Lerma Rojo e Sonora 64 – 250 t. per il Pakistan e 200 per l’India. Al 1968 il successo di tali varietà era così grande che si dovettero commissionare edifici scolastici per immagazzinarne il raccolto. Il lavoro di Borlaug cominciò a venir chiamato una “Rivoluzione Verde”. In India la ricerca di cultivar ad alta resa fu continuata ed espansa dal prof. M.S. Swaminathan e collaboratori.

Pur con questi successi, Borlaug crede che il problema della crescita demografica sia ancora grave. “L’Africa e le ex-repubbliche sovietiche, e il Cerrado”, dice. “Una volta in uso quelle terre, il mondo non avrà altri blocchi piuttosto grossi di terra arabile disponibili per essere messi a coltura, a meno che si sia disposti a spianare intere foreste, il che non si dovrebbe fare. Quindi, futuri aumenti di produzione alimentare dovranno provenire da rese superiori. E benché non abbia dubbi che le rese continueranno a salire, che lo facciano abbastanza da nutrire il mostro demografico è un’altra questione. A meno che il progresso con le rese Agricole rimanga molto intenso, il prossimo secolo patirà una miseria umana che solo per scala numerica sarà peggiore di qualunque cosa precedente”.

Popolazioni sfollate per siccità e carestia

Il cambiamento climatico potrebbe produrre una crisi di profughi ”senza precedenti nella storia umana” ha ammonito Barack Obama allorché insisteva che il riscaldamento globale fosse la problematica più pressante dei nostri tempi.  Parlando a una conferenza alimentare internazionale a Milano, l’ex-presidente USA disse che le temperature in rialzo stavano già rendendo più difficile  coltivare i raccolti e che i prezzi alimentari in aumento stavano conducendo all’instabilità politica.

Se i leader mondiali mettessero da parte gli interessi di parrocchia e intraprendessero azioni per ridurre le emissioni di gas con effetto serra di quanto basti a contenere l’aumento di calore a un grado o due Celsius, l’umanità sarebbe allora probabilmente in grado di farci fronte. In mancanza di che, ammoniva Obama, aumentava il rischio di effetti catastrofici in futuro, non solo vere minacce alla sicurezza alimentare, ma anche aumenti di conflittualità in conseguenza della penuria e delle maggiori dimensioni di profughi e migranti.

Conclusioni

L’argomento della stabilizzazione demografica è molto sensibile e controverso. Tuttavia dev’essere affrontato se si deve evitare una carestia globale catastrofica. Le tre terribili forze malthusiane –carestia, malattia e guerra – in fin dei conti ridurranno qualunque eccesso di popolazione rispetto ai propri mezzi di sostentamento.

Nella rima edizione del suo libro sulla popolazione, Malthus scrisse:

“Che la popolazione non possa aumentare senza i corrispondenti mezzi di sussistenza è concetto così evidente che ne è superflua l’illustrazione. Che la popolazione invariabilmente aumenti ove ci siano i mezzi di sussistenza, lo prova abbondantemente la storia ogni popolo esistito finora. E che il potere superiore non possa venire contrastato senza produrre miseria e vizio, l’ampia porzione di questi due amari ingredienti nella dieta della vita umana e la continuazione delle cause fisiche che sembrano averli prodotti, recano una testimonianza troppo convincente”.

In edizioni successive, egli modificò questa opinione rendendola meno pessimistica considerando l’effetto di inibitori preventivi come il matrimonio tardivo. Malthus considerava il controllo delle nascite una forma di vizio, ma oggi esso accettato come il metodo più umano di evitare le fosche forze malthusiane – carestia, malattia e guerra.

Se le esaminiamo alla luce della storia attuale, possiamo rendersi conto che carestia, malattia e guerra sono interconnesse. La guerra produce carestia che è davvero stata usata come strumento di guerra, come vediamo nei conflitti che hanno luogo in Somalia. Un altro nesso è il quasi incredibile costo economico della guerra.  Nel 2021 sono stati spesi per armamenti 2.000 miliardi stimati di dollari USA. Parte di questa somma colossale avrebbe invece potuto essere usata per fornire sanità primaria a tutti i popoli della Terra, e insieme accesso all’informazione e il materiale necessario per la programmazione famigliare.

Lavoriamo insieme per evitare l’enorme sofferenza che risulterebbe se il cambiamento climatico e la crescita demografica si combinassero per produrre una catastrofica carestia globale.

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John Scales Avery, Ph.D., parte di un gruppo che condivise il Premio Nobel per la Pace 1995 per il proprio lavoro organizzativo della Conferenza Pugwash su Scienza e Affari Mondiali, è membro della Rete TRANSCEND e Professore Emerito Associato all’Istituto H.C.Ørsted dell’Università di Copenhagen, Danimarca. Presiede sia il Gruppo Pugwash Nazionale Danese sia l’Accademia Danese per la Pace; ha ricevuto la sua formazione in fisica teoretica e chimica teoretica al M.I.T., all’Università di Chicago e all’ Università di Londra. E’ authore di numerosi libri e articoli sia su argomenti scientifici sia su più ampie questioni sociali. I suoi libri più recenti sono Information Theory and Evolution and Civilization’s Crisis in the 21st Century (pdf). Sito web: https://www.johnavery.info/

Original in English: The Threat of a Large-Scale Famine TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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