(Italiano) Trascendimento del conflitto come forza propulsiva della storia

ORIGINAL LANGUAGES, 9 Sep 2024

Johan Galtung | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

 

Foto di Sean Stratton su Unsplash

– Il Trascendimento del conflitto, la teoria di mediazione del Metodo TRANSCEND considera cinque possibili esiti per conflitti semplici (v. schema* [e TMS #836-19.02.24]) e molte più variabili per conflitti complessi, nascosti nella storia, come specificato in Una teoria del conflitto.

* 1) vince A, oppure 2) vince B, oppure 3) A+B si ritirano, oppure 4) A+B si adattano a un compromesso (intermedio e parziale fra i rispettivi obiettivi), oppure 5) trascendono, intento e risultato compromissorio (4) pervenendo a una nuova realtà più compatibile con i reciproci obiettivi riconosciuti, più desiderabile.

Trascendere è andare oltre, in una nuova realtà che accomoda tesi opposte, anche quelle come gli obiettivi degli attori nel conflitto. Banalmente, può comportare una veranda in vetro che soddisfa il desiderio di vista sgombra e di protezione dalle bizze della natura; entrambi obiettivi legittimi da soddisfare con l’ingegnosità umana.[i]

Viviamo in molte tali soluzioni materiali, sociali e mentali ma non addestrati a chiederci “di quale conflitto questa è la soluzione?” E che dire degli obiettivi di stati e regioni, classi e nazioni; lì i conflitti si possono superare senza violenza, a livello personale e via via sociale, interstatale e infine interregionale? La capacità di trascendere il conflitto è una condizione, di preferenza prima, ma anche dopo la violenza.

Prendiamo ad esempio la Spagna e la sua guerra civile. Quando si chiede al pubblico in Spagna “chi ha vinto?” io la lascio in bianco – che è una buona risposta.

La posizione fascista guidata da Franco era sociale e nazionale: sociale in quanto i poderes fácticos ossia i poteri fattuali: proprietari terrieri, i militari e la chiesa, sarebbero restati al comando e la Spagna sarebbe stata una, grande, libre – tutti spagnoli, non catalani, baschi, etc.

Anche la posizione della Republica era sociale e nazionale: repubblica democratica, ma sempre più sostenuta solo dal comunismo URSS per le armi, e con un anarchismo più autenticamente spagnolo articolato in Catalogna e Andalusia. Premevano importanti divergenze nazionali entro il singolo stato.  L’opposizione guidata da Franco aveva un’immagine più chiara dell’obiettivo, i repubblicani avevano la legittimità. Sia la Germania nazista sia l’Unione Sovietica venivano allora viste più positivamente, meno USA e UK, in depressione.

I nazionalisti vinsero militarmente nel 1939 e imposero il proprio ordine, gradualmente diluito, finché Franco e quell’ordine morirono nel novembre 1975.

Di Sconosciuto – Biblioteca Virtual de Defensa: FOTOGRAFÍA DE UN DESFILE FRANQUISTA EN SALAMANCA (MUE-120692) page 1, CC0, Collegamento

Riguardo alla classe: quel che si ebbe fu una democrazia con una maggioranza in favore né delle opzioni fasciste, né di quelle comuniste-anarchiche, ma un generale capitalismo socialdemocratico europeo occidentale, con profili differenti per quanto ne concerneva l’enfasi, però entro quella formula generale.

Riguardo alla nazione: quel che risultò fu il compromesso di 17 autonomie entro uno stato unitario, come per lo più avviene per i compromessi, senza soddisfare gli obiettivi. Il partito che succedette al Movimiento di Franco, il Partido Popular sta a destra sul solito né-né e il compromesso, ma in qualche modo al loro interno.

In un conflitto bilaterale generalmente ci sono cinque esiti: prevalenza dell’uno, prevalenza dell’altro, di nessuno dei due, un compromesso, e un sia-sia. Il post-Franco è stato essenzialmente un né-né. Aveva prevalso il vincitore militare, ma con un progetto insostenibile. Anche l’opzione repubblicana non riuscì. Quel che ne sortì dopo 40 anni è stato un’imitazione del resto dell’Occidente, che ha distanziato la Spagna dai perdenti della Second Guerra Mondiale e della Guerra Fredda, ma anche una dialettica interna in una Spagna isolata dall’influenza estera mediante boicottaggio e censura.

Il risultato è stato lontano da quel che le parti avevano in mente, e fa spazio a una semplice ipotesi: che i risultati imposti dai vincitori siano generalmente inferiori al né-né, al compromesso e al sia-sia. Una ragione è che lo sconfitto possa avere anche dei punti validi che non vengono considerati, come il sostegno sociale costruito nella struttura della DDR, la prassi di sviluppo economico del Giappone, la campagna antifumo della Germania nazista. Il vincitore può anche trovarsi indietro fra le opzioni di una storia in dispiegamento.

Riguardo alla democrazia: Due classi erano contrapposte l’una all’altra; i clerico-aristocratici, e poi il terzo stato, la borghesia senza pedigree. La grande rivoluzione fu potere strutturale da molto in alto contro la rivolta diretta da molto più in basso. Chi vinse? Aritmetica, conteggi, con una lentissima espansione dell’elettorato ancora in corso

E l’economia? Né Smith né Marx. Il capitalismo socialdemocratico li conciliò entrambi; più che un compromesso, ma meno che il Sia-sia pienamente trascendente che si trova nel rapporto giapponese Stato-Capitale e nella cooperazione Capitale-Manodopera. Sia Smith sia Marx concepivano la storia in termini dualistici: per Smith antichi valori e sentimenti d’aiuto reciproco e solidarietà contro il mercato competitivo aperto, e per Marx modalità produttive feudali vs. capitaliste vs. socialiste articolate come per gli aristocratici contro i borghesi vs. la classe lavoratrice.

Ma Smith e seguaci lasciavano da parte sentimenti morali, scommettendo sul capitalismo competitivo, il che condusse a un crollo economico dopo l’altro, ad anomia e atomia, con nessun Sia-sia in vista. E Marx pensava solo in termini di Dualismo-Manicheismo-Armageddon (DMA), dove Armageddon era la rivoluzione, con la rivoluzione russa a imitare quella francese fino in minuscoli particolari 128 anni dopo. Marx mancò il Né-né (economie locali, verdi), il compromesso (capitalismo-socialdemocrazia) e il Sia-sia (Giappone), scommettendo su un socialismo guidato dalla classe lavoratrice.

Come possono tali cattive teorie andare impunite? Perché la storiografia occidentale è altrettanto dominata dalla sindrome DMA che gli occidentali che essa riflette nelle loro storie, e per tal ragione sono non solo deboli in storia controfattuale ma considerano la storia determinata dal DMA come secondo il loro pensiero. E, peggio, non riescono a vedere teorie più inclusive di esiti conflittuali, come le economie verde, rosa e gialla citate, così sfidando e Smith e Marx. Sicché, Giappone e Cina, in quanto non occidentali sono meno preda del dualismo di Smith-Marx, e sviluppano le proprie formule Sia-sia, ora in procinto di catturare il mondo – probabilmente anche le fortezze-Smith USA-UK (e negli USA fortemente sorrette da Ayn Rand – come testimoniato da Greenspan).

Così, la storia come marcia da un vincitore all’altro, che impongono la propria volontà è cattiva storiografia, essendo sovente inadeguato che “il vincitore si prenda tutto”. Possono prevalere gli altri tre esiti; e far progredire la storia.

Nota

[i] Per una teoria generale sulle trasformazioni per trascendimento si veda, di questo autore: Transcend & Transform, Londra: PLUTO 2003; Boulder (Colorado, USA): Paradigm 2003; in 25 lingue.

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Discorso fatto all’International Sociological Association – Gœteborg, Svezia, luglio 2010

Originariamente postato il 19 luglio 2010 – #121

Johan Galtung (24 ottobre 1930-17 febbraio 2024), era professore di studi sulla pace, Dr. hc mult, e è stato il fondatore della Rete TRANSCEND per la Pace, Sviluppo e Ambiente e rettore della TRANSCEND Peace University-TPU. Prof. Galtung ha pubblicato 1.670 articoli e capitoli di libri, più di 500 editoriali per TRANSCEND Media Service-TMS, e 170 libri su temi della pace e correlate, di cui 41 sono stati tradotti in 35 lingue, per un totale di 135 traduzioni di libri, tra cui 50 Years-100 Peace and Conflict Perspectives, ‘pubblicati dalla TRANSCEND University Press-TUP.

Original in English: Conflict Transcendence as Driving Force in History – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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