(Italiano) 35 anni dal punto di svolta della Germania

ORIGINAL LANGUAGES, 20 Oct 2025

Marilyn Langlois | Centro Studi Sereno Regis – TRANSCEND Media Service

Di U.S. Army photo. Credit: USAMHI – http://www.army.mil/article/46993/standoff-in-berlin-october-1961/, Pubblico dominio, Collegamento

 – In una recente visita alla capitale tedesca, ho dato uno sguardo attento a tutto il sentiero ciclopedonale di 160 kilometri del Muro di Berlino (Berliner Mauerweg) lungo il percorso che racchiudeva Berlino-Ovest come un’isola durante la Guerra Fredda. Quel che un tempo imponeva separazione e ostilità istigata è passato a una zona ricreativa inclusive e accogliente, emblematica di una tendenza che si potrebbe incoraggiare non solo per tutta la Germania ma per il mondo intero.

Il 3 ottobre è la Giornata dell’Unità Tedesca, quest’anno a 35 anni dal punto di svolta della Germania, dacché la Repubblica Democratica Tedesca (DDR, o anche Germana Est) cessò di esistere e la Repubblica Federale di Germania (già Germania Ovest) ha espanso il proprio territorio del50%. Molti videro la riunificazione della Germania, erroneamente implicando una fusione amichevole di termini di reciproco gradimento, come causa per una celebrazione. Altri la sperimentarono come una presa di possesso ostile, con predatori capitalisti intenti al saccheggio di beni statali e alla distruzione di qualunque speranza di mantenere elementi positivi e popolari del sistema comunista. In tutta la Germania, agli avvenimenti del 3 ottobre ci si riferisce comunemente solo come alla Wende (svolta).

Le narrazioni dominanti che plaudono alla nuova Germania tendono a condannare universalmente la DDR come repressivo stato di polizia, citando la famigerata Stasi e le difficili condizioni di spostamento. Si possono considerare entrambe anche come misure troppo zelanti per contrastare le sfrenate operazioni segrete della CIA per sabotare il sistema socialista della DDR dall’interno ed attirarne fuori dal paese il meglio e il più brillante.

Pista ciclabile del Muro di Berlino nella parte sud della città

Durante i 28 anni d’esistenza del Muro di Berlino, dal 1961 al 1989, 5.075 orientali riuscirono a raggiungere Berlino Ovest, mentre 3.200 furono arrestati nel tentativo. Le guardie di frontiera DDR uccisero ingiustamente 128 persone che tentavano di fuggire, tutte memorializzate ancor oggi con monumenti sul luogo dell’uccisione.

Mentre le defezioni dall’Est all’Ovest sono state ampiamente pubblicizzate da decenni, meno note sono le storie di defezioni volontarie in altra direzione. Nel 1952, all’apice dell’era stasiesca della caccia alle streghe di McCarthy negli USA, Victor Grossman, un giovane soldato americano di stanza nell’Austria ancora occupata, affrontava l’arresto e gravi punizioni per la sua precedente affiliazione a gruppi comunisti negli USA.

Scoraggiato dalla incostituzionale persecuzione ai sinistrorsi degli UA, se ne fuggì dal settore d’occupazione sovietico attraversando a nuoto il Danubio nel cuore della notte. Gli fu offerta la residenza, lavoro, e istruzione superiore universitaria nella Germania Est, dove si sposò, mise su famiglia, fece carriera e non si guardò mai all’indietro. Fino ad oggi, novantasettenne, abita nello stesso modesto, ben tenuto appartamento in un ampio viale di Berlino dove si trasferì con la famiglia oltre 60 anni fa.

Victor Grossman a 97 anni, con la sottoscritta

Giornalista, conferenziere ed autore seducente, Grossman ha scritto due libri sulle sue esperienze personali e più ampie riflessioni politiche: A Socialist Defector: From Harvard to Karl-Marx-Allee [Un disertore socialista da Harvard a Karl-Marx-Allee], e Crossing the River: A Memoir of the American Left, the Cold War, and Life in East Germany [Traversando il fiume: memoria della Sinistra americana, della Guerra Fredda, e della vita nella Germania dell’Est]. Pur riconoscendo le carenze della DDR, ne ha abbracciato i princìpi superiori di dignità umana, uguaglianza, coesione sociale e acquisizione di potere dei lavoratori cui lo stato aspirava e che conseguì in buona misura.

Mensch (persona umana) a tutto tondo, con un cuore gentile e un fine intelletto, Grossman apprezzò molti aspetti della vita nella DDR: sicurezza del lavoro, sicurezza dell’abitazione, istruzione e assistenza sanitaria gratuite, ampio accesso ad arti, cultura, sport e ricreazione; innovazione tecnologica; forti politiche antidiscriminatorie; consapevole eliminazione di qualunque rimanenza d’ideologia nazista; come pure assenza di povertà estrema e di eccessivo di ricchezza personale.

Pur lieto di veder dissolversi il confine fra est e ovest nel 1990, per Grossman l’attuazione della Wende giunse con un senso di perdita, osservando i frutti del lavoro della DDR rubati dall’usurpazione capitalista, mentre grandiose promesse di una vita migliore e più prospera fatte alla Germania Est dall’Ovest e i suoi promotori USA restarono grandemente inadempiute. Osservò il pendolo politico fra molta della popolazione disillusa ad est nel salto dalla sinistra all’estrema destra in congiunzione con la nascita del partito xenofobo e anti-liberale Alternativ für Deutschland (AfD), che ha conseguito un successo senza precedenti elle recenti elezioni tedesche.

Le macchinazioni USA nella riconfigurazione della Germania 35 anni fa tradirono anche la buona volontà della Russia in modi che riverberano intensamente l’oggi. L’URSS morente accettò la dissoluzione della DDR con la ritirata pacifica delle proprie truppe dal suo territorio, e l’associazione della Germania di nuovo espansa alla NATO, alla condizione che i confini della NATO non si espandessero verso est. Gli USA furono d’accordo, ma ben presto infransero la promessa. Ad oggi, a 15 paesi ad est della Germania è stato permesso di associarsi alla NATO da quel 1990, ponendo minacce militari proprio ai confini della Russia e provocando l’escalation della guerra in Ucraina.

Quel che è fatto è fatto, ma le opportunità perse nel passato potrebbero essere istruttive per il futuro? Torniamo al 1952, quando la proposta di Stalin di neutralità tedesca e ritiro di tutt’e quattro le potenze occupanti (URSS, USA, UK e Francia) cadde su orecchie risolutamente sorde in Occidente. Era forse un’idea oltraggiosa? Funzionò in Austria, allora perché non in Germania? Di fatto, l’Opzione austriaca è stata suggerita per risolvere l’attuale crisi ucraina.

Una Germania neutrale e unita senza basi militari americane sul proprio territorio potrebbe averci risparmiato la guerra illegale d’aggressione USA in Iraq, che si basò molto sulla base Airforce USA di Ramstein come area di simulazione per attaccare l’Asia occidentale. E non ci sarebbe alcuna base USA a Wiesbaden per servire da quartier generale di coordinamento per la guerra per procura della NATO contro la Russia su territorio ucraino, che è appunto il caso ora. L’ex-statista tedesco della minoranza di sinistra Oskar Lafontaine l’ha messa succintamente nel titolo del suo recente libro: Ami, It’s Time to Go [Americani, è ora d’andarsene].

Purtroppo, con suo gran danno la Germania resta impigliata in una estensione superflua della Guerra Fredda, aggrappata alla sua falsa percezione degli Usa come di un fido alleato, mentre demonizza la Russia a ogni occasione. Invece di asserire il proprio diritto di continuare a importare gas naturale russo a buon prezzo, che aveva alimentato la sua florida economia industriale per oltre 50 anni, i suoi dirigenti hanno permesso agli USA di cavarsela con l’esplosione dei gas/oleodotti Nordstream due anni fa (come documentato da Seymour Hersh) e si sono buttati sull’importazione di gas naturale liquefatto ben più caro dagli USA.

Con la sua economia nazionale ora claudicante, l’attuale cancelliere Merz mira scelleratamente a comprare sempre più armi per l’Ucraina con denaro che non ha, espandendo l’apparato militare della Germania e perseguendo l’ostilità anziché la diplomazia verso la Russia.

Nel mio viaggio ho visitato anche Dresda, con la fulgida bellezza della sua storica Altstadt -città vecchia – lungo l’Elba, amorevolmente restaurata River ed esibizione della più fine architettura della Germania, nonché sede di eventi artistici e musicali. Ammirando il magnifico Schloss (castello), i musei di palazzo Zwinger e il palazzo dell’opera Semperoper, mi sono stupita dell’abilità artigianale di moltitudini di umili operai che originariamente avevano costruito queste strutture beneficiando solo del modesto diritto d’autore dell’epoca, ma ora aperte al libero accesso del pubblico generale.

Il 13 febbraio 1945, USA e Regno Unito impietosamente bombardarono con spezzoni incendiari questa gemma culturale con nessun valore militare, distruggendone il centro e uccidendo dai 200.000 civili residenti, allorché il Terzo Reich era già essenzialmente sconfitto. Il bombardamento giunse giusto dopo la conferenza di Jalta, dove furono tracciate le future linee d’occupazione della Germania: Dresda sarebbe stata nella zona sovietica. Può darsi che USA e UK, virulentemente anticomunisti, distrussero la città per dispetto onde impedire che i futuri cittadini della DDR sotto occupazione sovietica godessero del suo splendore?

Museo Zwinger Palace a Dresda

Non intimidita, la DDR con mezzi limitati e gran lavoro volontario iniziò la ricostruzione di Dresda, che continuò anche dopo la Wende. Una targa apposta in una delle sue nobili chiese rifatte dichiara, tradotta:

Mentre la distruzione della (chiesa) Frauenkirche fu un risultato di fanatico nazionalismo, oggi si erge aperta a tutti, indipendentemente dalla propria origine, religione, credo o orientamento sessuale.

Affermare l’inclusività e il rispetto per tutti è ovviamente lodevole, ma il subtesto taciuto suggerisce che il passato nazista fosse così riprovevole che USA e UK fossero in qualche modo giustificati nel loro brutale bombardamento di Dresda, chiaramente un crimine di guerra. I tedeschi, mentre giustamente cercano di riparare i propri orrendi peccati di Olocausto, sovente non badano e addirittura scusano i peccati commessi dai loro attuali cosiddetti alleati.

Il che ci conduce alla salda eppur malposta lealtà della Germania all’attuale stato d’Israele. Molti cittadini Tedeschi mi hanno detto che l’orrore dello sterminio arbitrario di milioni di ebrei inermi durante la Seconda Guerra Mondiale giustifica il sostegno all’istituire e mantenere uno stato ebraico militarizzato il cui popolo possa difendersi nella Palestina storica. Credere alla propaganda sionista gli permette di trascurare oltre 70 anni di occupazione coloniale usurpatrice e diffusi abusi contro la popolazione palestinese indigena. Di certo ci sono altri mezzi di garantire sicurezza sia agli ebrei che ai palestinesi della regione.

Se Mai più! vuol dire davvero mai più, allora nessuno, meno di tutti la Germania, deve sostenere uno stato intento ad atrocità genocide contro i residenti a Gaza. Specialmente i berlinesi, che hanno sopportato per 28 anni un muro e posti di controllo che dividevano a metà il cuore della propria città, dovrebbero denunciare il muro massiccio e i checkpoint d’Israele, che separano, derubano, umiliano e opprimono i residenti in Cisgiordania. Amici non dovrebbero lasciare che amici se la cavino impuni con l’assassinio.

Gli Stati Uniti di certo non danno un buon esempio in proposito, sia con la propria storia di sostegno incondizionato ad Israele sia la propria eredità di genocidio della popolazione indigena del Nordamerica. Noi cittadini USA siamo tenuti al rendiconto dei nostri governi. Inviterei i Tedeschi a ripensarci prima di guardare agli USA con le loro pratiche divisive ed egemoniche come a un amico affidabile e un modello di ruolo. Ambo i paesi possono e devono fare molto meglio.

Immaginiamo le possibilità oggi di una Germania neutrale, non-militarizzata, egalitaria, che utilizzi il proprio know-how tecnico e sociale per prendersi cura dei suoi residenti, e s’impegni in scambi culturali ed economici reciprocamente rispettosi e diplomatici benefici nel vasto mondo.

Alla Semperoper di Dresda ho assistito a una edizione di Die Entführung aus dem Serail [Il rapimento dal serraglio] di Mozart, in cui lo spagnolo Belmonte si trova catturato dal pascià turco Selim da cui si aspetta un’aspra vendetta perché il padre di Belmonte aveva rovinato la vita al pascià. Che invece così sorprende Belmonte e il pubblico:

Dev’essere molto naturale per la tua famiglia fare torti, visto che supponi che io sia della stessa pasta. Ma t’inganni. Io disprezzo tuo padre sempre troppo per comportarsi come ha fatto. Riprenditi la tua libertà e Constanze, tornatene a casa e di’ a tuo padre di essere stato in mio potere, e che ti ho liberato affinché tu possa dirgli che è un piacere ben maggiore ripagare un’ingiustizia con buone azioni che il male col male.

In una scena del film Amadeus, Mozart, confrontato da tradizionalisti dell’opera italiana, difende la propria decisione di comporre opere in lingua tedesca per mettere in luce le virtù tedesche. Quando gli chiesero derisoriamente di nominare una virtù tedesca, la sua risposta zittì i contrari: l’amore.

Che possiamo tutti essere guidati dall’amore e dalla fedeltà all’umanità per i prossimi 35 anni e oltre.

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Marilyn Langlois è un membro di TRANSCEND USA West Coast. È un’organizzatrice volontaria di comunità e un’attivista di solidarietà internazionale, residente a Richmond, California. Cofondatrice della Richmond Progressive Alliance, membro dello Haiti Action Committee e membro della direzione della Task Force on the Americas, è ora in pensione dopo aver lavorato come insegnante, segretaria, amministratrice, mediatrice e sostenitrice di comunità.

Original in English: 35 Years since Germany’s Turning Point – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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